CARMELO DISTEFANO INTERVIENE SULLA QUESTIONE DELLA MANCATA RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE 167 DI POZZALLO

Il 30 novembre 2009, quindi ben due anni fa, i vertici dello Iacp (Istituto Autonomo Casa Popolari) di Ragusa, nella persona  del presidente Cultrera, diffusero la notizia dello stanziamento di 4 milioni e 800 mila euro per la riqualificazione dei lotti e per le palazzine fatiscenti che insistono presso il quartiere 167 di Pozzallo.

Carmelo Distefano, Consigliere Comunale del Movimento per le Autonomie, ha da poco effettuato un sopralluogo sul posto certificando lo stato d’animo dei 50 nuclei familiari che ancora attendono l’apertura di un cantiere.

Infatti i residenti dei lotti 12, 13, 14 – lotti “A” e “B” – aspettano ancora di sapere se dovranno rassegnarsi alla fine del mondo, secondo il calendario dei Maya, nell’attesa di vedere un cantiere aperto oppure accettare che la profezia si avveri senza constatare la messa in sicurezza delle palazzine.

“Il Comune di Pozzallo” – afferma Distefano – “da due anni ormai ha già aggiornato le liste degli aventi diritto all’alloggio, senza che nessuno si sia presentato presso palazzo La Pira per prendere contezza della situazione. A questo, si aggiunge che il sindaco di Pozzallo, Peppe Sulsenti, più volte, ha cercato di conoscere i tempi per vedere almeno un cantiere aperto. Ad oggi, nessuno ha contattato il primo cittadino, il quale ancora aspetta una chiamata dai vertici dello Iacp di Ragusa, dopo le rassicurazioni di pronto intervento, finite nel dimenticatoio troppo presto”.

Gli immobili del quartiere 167 inoltre, in 30 anni di vita, avranno avuto pochissime manutenzioni. E l’abbandono delle palazzine è ben visibile agli occhi di chi transita sotto i palazzi.

Secondo Distefano, è grave che nessuno sia intervenuto a favore dell’abitazione del quinto piano del lotto 14, incendiata lo scorso 22 settembre del 2007 a causa di un banale incidente, ad oggi non ancora messa in sicurezza.

Per non parlare poi  dello stato di degrado delle palazzine: più volte, nel corso di questi quattro anni, i vigili urbani del Comune hanno transennato le aree dove sono stati ben visibili i mattoni letteralmente volati giù dai piani superiori col rischio di colpire qualche bambino che, magari, gioca nelle aiuole limitrofe ai lotti.

Erano stati previsti poi dallo Iacp rifacimenti per gli intonaci esterni, per i balconi, gli infissi e il tetto dei lotti 12, 13 e 14. I lavori di riqualificazione promessi per l’estetica degli stessi palazzi, oltre a renderli più sicuri in quanto adeguati alle normative antisismiche vigenti, non sono mai iniziati. Qui ancora tutti aspettano.

 “Resto dalla parte dei residenti dei diversi lotti – dice ancora Distefano – che, in questi anni, non hanno pagato la retta allo Iacp. E’ chiaro che, se non ricevo un servizio, non vedo perché io debba pagare l’ente ibleo. Non è un atto di insurrezione, è volere solo che si rispettino i patti. Patti che, in questi anni, qualcuno non ha rispettato. Posso capire la burocrazia, non capisco però la lentezza di chi potrebbe ma poi non riesce a fare”.

Distefano credeva che lo Iacp di Ragusa, nella persona del presidente Giovanni Cultrera, sollecitasse il Genio Civile di Ragusa senza il quale non si può procedere all’avvio del progetto di consolidamento. Un problema burocratico che, in molte occasioni, i vertici dell’Istituto Autonomo Case Popolari hanno garantito di risolvere senza aspettare le calende greche ma che, nei fatti, si è prolungato senza essere risolto.

 “Vediamo se nel mese di novembre qualcosa «si muove», – conclude Distefano – “in caso contrario, potremmo istituire, proprio davanti ai lotti fatiscenti, un presidio di protesta nelle prossime settimane”.

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