Caporalato: gli imprenditori arrestati respingono le accuse

I tre imprenditori, non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Davanti al gip Ivano Infarinato, hanno risposto puntualmente a tutti i rilievi contestando tutti i fatti che a loro vengono attribuiti. Lo dice il loro legale, l’avvocato Giuseppe Solarino, a conclusione degli interrogatori di garanzia che si sono tenuti stamattina al Tribunale di Ragusa. I tre fratelli, come noto, sono stati posti agli arresti domiciliari; la loro azienda che ha oltre 100 dipendenti è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria ed è stato effettuato il sequestro preventivo di 850mila euro.

Un loro dipendente è stato denunciato a piede libero perché avrebbe falsamente attestato la regolare somministrazione dell’adeguata formazione ai lavoratori sull’utilizzo dei fitofarmaci. Pesanti le accuse che vengono loro rivolte: sfruttamento del lavoro agricolo, violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e anche estorsione; buste paga regolari ma una parte delle retribuzioni l’avrebbero voluta indietro in contanti. E sarebbero 16 gli operai originari di Ghana e Nigeria che secondo l’indagine coordinata dalla Procura di Ragusa e condotta dai carabinieri – Nucleo operativo e Nucleo carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro – sarebbero stati sfruttati dall’azienda. 

L’avvocato come preannunciato, ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari e il giudice per le indagini preliminari si è riservato la decisione.  foto di repertorio

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