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CAPAREZZA CON LA SUA MUSICA APRE LE MENTI
17 Ago 2011 04:56
Leggendo la lettera del Nostro appassionato e assiduo lettore ho sentito subito il bisogno di rispondere e di dare qualche spiegazione a riguardo. Non solo perché apprezzo molto l’artista in questione, ma semplicemente per fare chiarezza su alcune tematiche fondamentali.
Ha senz’altro ragione quando dice che la simbologia usata per le locandine del tour di Michele Salvemini, in arte Caparezza, rimandano all’esoterismo: per fare qualche esempio il triangolo con la croce e il simbolo dell’infinito con la croce di Lorena. Non sto qui a spiegarne il significato ma se si fa una breve ricerca si capirà subito che in questo determinato caso , quello della locandina del tour, i simboli sono capovolti. Le fa pensare a qualcosa?
E ancora, il titolo dell’album di Caparezza è “Il sogno eretico” e se si provasse ad ascoltarne qualche traccia senza alcun pregiudizio iniziale si capirebbe immediatamente il perché del titolo, dei contenuti e dell’uso di quella simbologia. E’ tutta una provocazione.
L’artista in un’intervista lasciata qualche tempo fa ha spiegato: «Sogno un paese che eserciti il suo senso critico e non difenda a tutti i costi chi sbaglia. Il termine eresia col passar del tempo è diventato sinonimo di sciocchezza, invece è storicamente nobile, è la conservazione dello spirito che mette in discussione i dettami. E’ fondamentale tenere acceso il pensiero invece di “accendere” gli eretici»
E quando parla di “accendere” fa riferimento a Giordano Bruno, Giovanna d’Arco, Girolamo Savonarola: tutti personaggi condannati dalla Chiesa e bruciati sul rogo perchè accusati di eresia e che nel suo album vengono citati.
L’album di Caparezza è ricco di sfumature e significati che non tutti, ed è appurato, sono in grado di cogliere.
In una società come la nostra, come Lei stesso ha detto, non ci si deve meravigliare se si accostano certi argomenti all’espressione musicale: esattamente.
E se avesse un minimo approfondito avrebbe capito immediatamente che l’album di Caparezza non incita al satanismo o a pratiche simili: anzi, invita a riflettere e a lottare contro i soprusi della classe politica e a liberarsi di schemi mentali che oggi più che mai tendono a omologare la società piuttosto che soggettivarla.
Per la questione politica non mi sento nella posizione di parlare, poco m’interessa che sulla locandina ci siano gli emblemi istituzionali del Comune e della Regione: almeno una volta tanto non devo arrivare a Catania, a Palermo o a Messina per ascoltare e vedere dal vivo un artista che apprezzo.
E per finire, Caparezza è un grande artista dei nostri tempi. Il suo taglio di capelli e il genere musicale non colpiscono certamente gli adulti abituati alle dolci melodie di cantanti come Renga o Ramazzotti, anzi, tende ad allontanarli. Ma i suoi testi sono ricchi di tematiche importantissime di cui noi giovani dobbiamo parlare perché si tratta del nostro futuro. E se qualcuno usa la musica per lanciare determinati messaggi, ben venga. Anche se sono in pochi a comprenderlo.
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Ammetto la figuraccia per non conoscere Caparezza. Ma la nostra giornalista Roberta Gurrieri ci ha dato una lezione di stile. Me lo ricorderò per molto tempo. Non so cosa pensa il nostro lettore.
Franco Portelli
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