‘Cammelli a Barbiana’: Modica ricorda don Milani con un monologo teatrale

Un ‘dovere del cuore’. Con questo spirito giovedì 22 giugno, nel duomo di San Pietro a Modica, verrà proposto il monologo teatrale di grande bellezza dal titolo ‘Cammelli a Barbiana’, con inizio alle 21,30, ingresso gratuito. A cinquant’anni dalla morte, Modica ricorda così don Lorenzo Milani. Il racconto su don Lorenzo Milani e la sua scuola è di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia, con Luigi D’Elia e la regia di Fabrizio Saccomanno, con la collaborazione della Fondazione don Lorenzo Milani. Uno spettacolo bellissimo, tant’è che la Rai ha chiesto alla Compagnia una diretta da Roma. “Un racconto a mani nude e senza scena. Solo una sedia e un rosario, fabbricato con i legni dei boschi di Barbiana. Un racconto duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste”. Con queste parole Luigi D’Elia racconta ‘Cammelli a Barbiana’. “È la storia di una scuola nei boschi, dove si fa lezione tra i prati e lungo i fiumi, senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati”, racconta Niccolini che, da anni, lavora, studia e scrive insieme a Marco Paolini. “Racconto di un ragazzo ricco, sorridente e pure bello, sempre in lotta con la scuola e la sua famiglia”. I domestici di casa lo chiamano ‘signorino’ e a lui non va giù, ma è un figlio di papà che studia da pittore, al contrario dei ragazzi della sua età che vanno a combattere per Mussolini – aggiunge D’Elia – Eppure, sotto le bombe dell’estate del ’43 lascia la sua comoda e bella vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina di anni sarà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appennino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù – continua – darà vita al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario, dinamitardo e rompiscatole del Dopoguerra italiano”. L’appuntamento di giovedì a Modica è stato promosso dalla parrocchia di San Pietro come apertura della festa, dall’Associazione di promozione sociale “Sortirne insieme” (nome volutamente milaniano, con il desiderio di concretizzarne il messaggio da parte di un gruppo di giovani!), dalla Fondazione di comunità Val di Noto con il sostegno della Fondazione CON IL SUD. Il priore di Barbiana – spiega il direttore della Caritas diocesana di Noto, Maurilio Assenzaè vivo in molteplici segni ed attenzioni, con corali coinvolgimenti che prendono ispirazione dal priore di Barbiana, incarnati però nella specificità della nostra terra e del nostro tempo. Vivificati sempre da quella passione che è la cifra più universale di don Milani, passione tradotta nel motto ‘I care’, che era scritto al centro dell’aula di Barbiana, in netta antitesi al ‘me ne frego’ fascista. Don Milani nel nostro territorio è vivo in un fiume carsico di sensibilità educative che si sono condensate ultimamente nei cantieri educativi: da quello che ha ormai preso una significativa consistenza, Crisci ranni, a quello attivato con il piano di zona del Comune a Treppiedi Nord, e poi quelli avviati a Frigintini, Scicli, Pozzallo, Noto, Pachino, Siracusa. Senza dire degli oratori (pensiamo a quello di Sant’Anna in fase di rilancio), dei vari doposcuola parrocchiali e delle due scuole per gli immigrati ‘L’italiano per amico’ promossi dalla comunità missionaria intercongregazionale.

  Sono tutti luoghi educativi in cui si è consapevoli, come don Milani, di quanto sia importante la parola per dare dignità e per costruire uguaglianza. E a questo tutto concorre … Come accaduto, cercando di costruire un’alternanza scuola-lavoro che avesse senso, con studenti del linguistico che sono riusciti a far esclamare un gioioso e chiarissimo ‘Hello!’ ad un ragazzino con enormi difficoltà, avendo scoperto la chiave di volta della cura e della professionalità sia la relazione”.

 

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