CAMERA DI COMMERCIO,. GLI EX PRESIDENTI E COMMISSARI DI RAGUSA CHIEDONO AUTONOMIA

Riccardo Roccella, Francesco Pitino, Giuseppe Cascone, Sebastiano Gurrieri, Sebastiano D’Angelo, presidente e commissari recenti della Camera di Commercio di Ragusa, hanno stilato un documento che suona più come una lettera aperta che stimola a nuove riflessioni sul futuro dell’ente camerale, strettamente collegato anche alle giuste politiche attive in favore delle imprese del territorio. Intervengono per parlare del contrariato tema riguardante l’accorpamento della Camcom iblea con quelle di Catania e Siracusa anche se attualmente il processo di accorpamento è stato stoppato, il 15 marzo scorso, dal Ministero dello Sviluppo Economico. Nel frattempo, lo scorso 23 marzo, il Consiglio camerale di Ragusa ha votato, a maggioranza dei consiglieri presenti, una delibera con la quale ha espresso la volontà a mantenere l’accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa. “Allo stato attuale la decisione rimane sospesa essendovi, da una parte il pronunciamento del Consiglio camerale di Ragusa dello scorso 23 marzo, che ribadisce la volontà di mantenere l’accorpamento e dall’altra la comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico di avvio del procedimento di revoca di tale accorpamento”, evidenziano i sottoscrittori del documento che ricordano anche che l’intervento di stop del Ministero giunge, come è scritto nelle motivazioni, dopo aver rilevato “gravi criticità cui hanno fatto seguito diversi contenziosi amministrativi e penali, attualmente in corso”. In attesa, quindi che gli organi competenti, Unioncamere compresa, assumano la loro decisione, i sottoscritti del documento sostengono che “per la salvaguardia dell’economia iblea è fondamentale evitare l’accorpamento della Camcom di Ragusa basandosi, sulle motivazioni di cui alla lettera e) dell’art. 3 del decreto legislativo 25 novembre 2016 n. 219, che prevede la possibilità di mantenere le Camere di Commercio nei territori montani delle regioni insulari privi di adeguate infrastrutture e collegamenti pubblici stradali e ferroviari, nei soli casi di comprovata rispondenza a criteri di efficienza e di equilibrio economico. Di fatto la Camera di Commercio di Ragusa serve un interessante bacino produttivo che prevalentemente si sviluppa in un territorio montano che da sempre ha patito la mancanza e l’insufficienza di collegamenti al suo interno e soprattutto nei confronti del resto dell’isola e della penisola italiana. Da quarant’anni si attende il raddoppio della Ragusa-Catania e, sebbene siano state espletate tutte le procedure per avviare i lavori, ancora tutto è fermo; non esiste alcun tratto di autostrada né ferrovia elettrificata e quello che rimane del vecchio sistema ferroviario è quasi del tutto scomparso”. Di conseguenza anche le imprese locali hanno vissuto una fase di svantaggio, sebbene proprio la Camcom ha provveduto ad aiutarle sostenendo i vari modelli produttivi. Ed è per questo motivo che i sottoscrittori del documento si chiedono: “E’ proprio questo il momento per privarle di quell’ente che ha sempre operato per dare loro sostegno, incoraggiamento, impulso e valido supporto? L’accorpamento che trasferisce tutto a Catania è considerato come un definitivo abbandono: la cancellazione di un’altra importante istituzione dopo quella dell’Asi e della Provincia regionale che spezza in via definitiva il rapporto tra il corpo socio-economico del territorio e le istituzioni facendo precipitare tutti in uno stato di irrecuperabile emarginazione!”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it