Buoni pasto da erogare ai dipendenti, l’Ebiter chiarisce come fare in seguito alla chiusura degli esercizi per la pandemia

L’Ebiter Ragusa interviene per fornire un chiarimento alle imprese del settore terziario dell’area iblea a proposito dell’indennità sostitutiva erogata dal datore di lavoro ai dipendenti nei casi in cui è impossibile la somministrazione di alimenti e bevande attraverso card elettroniche, a seguito della chiusura degli esercizi per emergenza epidemiologica.

“L’Agenzia delle Entrate – chiarisce il presidente dell’Ente bilaterale del terziario di Ragusa, Gianluca Manenti – ha precisato che l’indennità sostitutiva erogata dal datore di lavoro ai dipendenti è riconducibile alle indennità sostitutive delle somministrazioni di vitto corrisposte agli addetti di unità produttive ubicate in zone dove manchino strutture o servizi di ristorazione. Pertanto, le somme erogate non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente: tutto ciò nel limite complessivo giornaliero di euro 5,29”.

Devono, però, ricorrere in contemporanea una serie di condizioni. Quali? L’orario di lavoro deve comportare la pausa per il pasto; i lavoratori devono essere addetti stabilmente a una unità produttiva, intesa come sede di lavoro; l’ubicazione della sede non deve consentire, nel periodo previsto per la pausa, di recarsi senza l’uso di mezzi di trasporto al più vicino luogo di ristorazione per l’utilizzo di buoni pasto.

“Era bene fornire una delucidazione su questo aspetto – continua Manenti – anche per le numerose richieste di chiarimento che in proposito ci erano pervenute. Abbiamo, dunque, ritenuto opportuno interpellare l’Agenzia delle entrate che ci ha fornito le indicazioni in questione. Adesso, la gestione della materia è destinata a diventare senz’altro più semplice e non sarà possibile incorrere in ulteriori dubbi”.

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