BREVE BIOGRAFIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

Sergio Mattarella è figlio di Bernardo, politico democristiano più volte ministro tra gli anni cinquanta e sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana. In gioventù ha militato tra le file della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica e della FUCI ed è poi stato docente di Diritto parlamentare presso l’Università di Palermo.

L’ingresso in politica con la DC

Vicino per tradizione familiare alla corrente morotea della Democrazia Cristiana, dopo la morte del padre nel 1968 e l’assassinio del fratello, alle elezioni politiche del 1983 fu eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione della Sicilia Occidentale. Rieletto alla Camera nel 1987 si mantenne vicino alle correnti di sinistra del partito ed in particolare al segretario politico Ciriaco De Mita. Nello stesso anno fu nominato ministro dei rapporti con il Parlamento nel governo Goria e confermato nell’incarico l’anno successivo nel governo De Mita.

Nel 1989, con la formazione del governo Andreotti VI fu nominato ministro della Pubblica Istruzione. Si dimise dall’incarico il 27 luglio 1990, insieme ad altri ministri della corrente di sinistra della DC, per protestare contro l’approvazione della legge Mammì di riassetto del sistema radiotelevisivo, che venne soprannominata sarcasticamente legge Polaroid in quanto, a detta dei detrattori, si limitava a fotografare la condizione esistente legittimando la posizione dominante del gruppo televisivo di Silvio Berlusconi.

Privo di incarichi di governo, fu rieletto alla Camera nel 1992. Nello stesso anno gli venne affidata la direzione del quotidiano della Democrazia Cristiana Il Popolo.

La legge Mattarella

Nel corso della XII Legislatura della Repubblica Italiana Sergio Mattarella fu relatore delle leggi di riforma del sistema elettorale della Camera e del Senato che, recependo l’esito del referendum del 1993, introducevano una preponderante componente maggioritaria. La legge Mattarella, giornalisticamente nota anche con l’appellativo di Mattarellum che le fu dato dal politologo Giovanni Sartori, fu impiegata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001.

Gli anni del Partito Popolare

Mai sfiorato dalle inchieste su Tangentopoli, Mattarella è stato uno dei protagonisti del rinnovamento della DC che avrebbe condotto nel gennaio 1994 alla fondazione del Partito Popolare Italiano, nelle cui liste sarebbe stato eletto alla Camera nel 1994 e nel 1996. Al congresso di luglio 1994, insieme alla componente più di sinistra dei popolari, si oppose alla candidatura di Rocco Buttiglione alla segreteria del partito, in sostituzione del segretario dimissionario Martinazzoli. Con l’affermazione congressuale di Buttiglione, di cui non condivideva la linea politica orientata ad un’alleanza con il Polo delle Libertà di Silvio Berlusconi, Mattarella si dimise dalla direzione de Il Popolo, che dopo lo scioglimento della Democrazia Cristiana era diventato il giornale di riferimento del PPI, e continuò la battaglia politica interna. Nel 1995, al culmine dello scontro interno al PPI, apostrofò il segretario, che pervicacemente cercava l’alleanza con la destra, «el general golpista Roquito Butillone…» e definì «un incubo irrazionale» l’ipotesi che Forza Italia potesse essere accolta nel Partito Popolare Europeo.

Nel 1996, con l’affermazione elettorale de L’Ulivo, fu confermato alla Camera ed eletto capogruppo dei deputati popolari. Durante il governo D’Alema I ha assunto la carica di vicepresidente del Consiglio, mentre nei successivi Governo D’Alema II e Governo Amato II è stato Ministro della Difesa.

Anni recenti

Nel 2001 fu rieletto alla Camera dei deputati nelle liste della Margherita, candidato in Trentino-Alto Adige. Dal 2001 al 2002 fu vicepresidente del Comitato per la legislazione, che ha poi presieduto fino al 2003. Alle elezioni politiche del 2006 fu riconfermato deputato per la lista dell’Ulivo. Cessato dal mandato parlamentare il 28 aprile 2008, non si ricandidò.

Il 5 ottobre 2011 fu eletto giudice della Corte costituzionale dal Parlamento in seduta comune.

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