BOLLETTINO DAL FRONTE…

I due grafici che propongo in allegato si prestano ad alcune riflessioni che in questi giorni tutti stiamo in qualche modo condividendo.

Il primo grafico indica il livello dello spread tra i BTP e i Bund tedeschi che rappresenta il differenziale di fiducia di cui godono le economie dei due paesi, è chiarissima l’impennata che nel mese di luglio ha portato questo indice dal 4,10 di giorno 3 al 5,36 di giorno 24: uno sbalzo del 30% in un mese!

Cosa significa rispetto all’ultimo Consiglio d’Europa di fine giugno?

Il 28 giugno lo spread era a 4,68, sull’onda delle risultanze di quell’incontro in 5 giorni si era assistiti a un abbattimento di 60 b.p., ma quando i processi messi in moto in quella sede si sono bloccati in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale Tedesca, che si è presa tempo fino a metà settembre (un tempo biblico per i mercati che lascia ampio spazio di manovra alle speculazioni finanziarie), l’impennata è stata travolgente.

L’evoluzione della vicenda spagnola non aiuta certo ad infondere fiducia nella nostra capacità di uscire dalle secche della recessione, e quindi gli investitori sono ritrosi all’acquisto dei nostri titoli di stato: in pratica sul mercato ci sono solo potenziali venditori e neanche l’ombra di compratori, cosa che si sa, per legge di mercato deprime enormemente il prezzo …

Il problema è che in campo finanziario le aspettative deluse hanno sempre un effetto boomerang particolarmente pesante, in più l’effetto è adesso amplificato dalla coincidenza con il periodo estivo … in questo periodo infatti il mercato fisiologicamente si assottiglia, complice le ferie estive, e quindi le oscillazioni di prezzo risultano ancora più marcate: in un mercato con pochi attori che intermediano è più facile influenzare il prezzo e questo costituisce il momento d’oro della speculazione!

A questo si sommi il fatto che gli strumenti approntati a fine giugno non saranno operativi prima di metà settembre … praticamente siamo particolarmente esposti e con difese limitate!

Per la verità il Governo ha già preso dei provvedimenti che chiamerei “difensivi”, ha annullato l’emissione dei BTP Indicizzati previsti per il 26 luglio e anche l’emissione dei titoli decennali del 14 agosto: non è certo un segnale di serenità, ma almeno mette al riparo i conti dello Stato dal maggior esborso di interessi che comporterebbe l’emissione di nuovi BTP con i tassi dettati da queste fibrillazioni di mercato, in attesa di tempi migliori …

In effetti lo spread è un indicatore di fiducia che, a bocce ferme, quando non ci sono emissioni, è più un indicatore economico che altro, si trasforma in un “danno” per i conti pubblici nel momento dell’emissione dei titoli (soprattutto quelli a lungo termine), quando il maggior rendimento spuntato nel mercato si tramuta in tasso che lo Stato paga ai sottoscrittori!

Ovviamente l’Italia non può resistere a lungo senza emettere BTP, quindi comunque una difesa rispetto a questa situazione va approntata, e in atto credo che l’unico Ente che abbia un minimo di leve continuai ad essere la BCE anche se con soluzioni temporanee e forzando un po’ rispetto alle regole di comportamento …

Il secondo grafico invece rende giustizia di coloro che urlano ai 4 venti la irrilevanza economica del governo tecnico affermando che: “lo spread non era imputabile al Governo di centrodestra, tanto è vero che con Monti siamo quasi agli stessi livelli dell’autunno!”

Ebbene l’analisi dello spread non può essere assoluto, ma va valutato comparativamente rispetto a sistemi con caratteristiche simili: ebbene come dimostra chiaramente il grafico che raffronta il differenziale di spread rispetto al Bund dei BTP e dei Bonos.

Tutti gli analisti concordano con il fatto che la Spagna ha i fondamentali più fragili rispetto all’Italia, ebbene nonostante questo fino alla vigenza del precedente Governo lo spread dei titoli italiani era maggiore, da quando il Governo Monti è entrato in azione e ha messo mano ai primi atti (da gennaio) la differenza è andata scemando e da Marzo la differenza è costantemente favorevole all’Italia e in rapido ampliamento …. In atto superiore a 100 b.p.!

Non è per misera consolazione, ma indica che l’efficacia delle misure c’è stata, può non essere sufficiente se non accompagnata da un contesto europeo che si muove in sincronia, ma sicuramente ha costituito un’inversione di tendenza apprezzata dal mercato in modo inequivocabile, con buona pace dei nostalgici (ammesso che la categoria annoveri adepti, della qual cosa dubito!).

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it