È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
BOB DYLAN
28 Gen 2017 16:21
Bob Dylan, uno dei più importanti cantautori e musicisti statunitensi, ha ricevuto nel 2016 il premio Nobel per la letteratura, per aver creato “nuove espressioni poetiche”.
Tra i testi scritti dal cantautore ricordiamo la canzone “Masters of War” contenuta nell’album The Freewheelin’ Bob Dylan del 1963. Si tratta di una canzone, in cui l’autore condanna i cosiddetti “Signori della Guerra”, che si nascondono dietro una scrivana o nei loro palazzi, “mentre il sangue dei giovani scorre dai loro corpi e viene sepolto nel fango”. Con una inaspettata domanda Dylan si rivolge ai potenti: “Il vostro denaro vale così tanto che pensate possa comprarsi il perdono?”. In “Masters of War” si riscontrano parole e messaggi, che ricordano alcuni passi dell’opera “Se questo è un uomo” di Primo Levi come, ad esempio, il passo in cui lo scrittore afferma che la vita dipende dalla scelta dei potenti: “Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango, che non conosce la pace, che muore per un sì o per un no”. Nella parte conclusiva l’autore aggiunge: “Meditate che questo è stato: /vi comando queste parole/ scolpitele nel vostro cuore…/ o vi si sfaccia la casa, / la malattia vi impedisca/ i vostri nati torcano il viso da voi.” La stessa rabbia riecheggia nelle parole di Bob Dylan quando nella sua canzone scrive: “E spero che moriate/ che la vostra morte giunga presto/seguirò la vostra bara/ e guarderò mentre vi calano / giù nella fossa…”.
Entrambi gli artisti condannano le tirannie e le assurdità della guerra, invitando gli altri a ricordare e a ribellarsi contro le ingiustizie e le atrocità. In particolare, con la sua poesia, Primo Levi vuole dare testimonianza di quanto accaduto nel campo di concentramento di Auschwitz, dove i nazisti avevano il potere di privare un uomo della sua dignità e della sua vita. Quasi vent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Bob Dyan pubblica “Masters of War”, che definisce non una canzone contro la guerra, ma contro il militarismo industriale. I due autori si scagliano contro i potenti, mettendo in risalto il valore dei diritti umani e dicendo basta a chi della guerra fa uno strumento di potere. Nella guerra non ci sono né vincitori né vinti, ma solo vittime della Malvagità umana.
******
Marco Valenti e Alessio Rallo
Classe IV C SIA ITET “G Garibaldi” Marsala
Docente referente: Maria Rita Bellafiore
© Riproduzione riservata