Bloccata la procedura pubblico-privata per la gestione del Castello di Donnafugata. Lo spiega il sindaco Cassì

Il Comune di Ragusa chiude ufficialmente la trattativa con Civita Sicilia relativa alla proposta di partenariato speciale pubblico-privato (PSPP) per la gestione integrata del complesso di Donnafugata — comprensivo di parco, castello e Museo del Costume (Mu.De.Co.) — e di Palazzo Zacco, parte del sistema museale comunale.

La decisione emerge dall’estratto della determinazione dirigenziale, che contiene la rettifica delle determinazioni finali della trattativa.

Le motivazioni della chiusura della trattativa

In apertura, il provvedimento, firmato dal dirigente Giuseppe Puglisi, prende atto della relazione del Dirigente del Settore Tecnico (prot. 136885 del 4 dicembre 2025) e della successiva relazione istruttoria del RUP (prot. 136930 della stessa data).

Dalla relazione del RUP emerge che, durante la fase negoziale, era stata più volte evidenziata a Civita Sicilia la necessità di fornire risposte puntuali e documentazione completa riguardo a:

  • il piano degli investimenti;
  • il piano di manutenzione ordinaria programmata;
  • la definizione del canone e delle misure di trasparenza;
  • la rimodulazione del Piano Economico-Finanziario (PEF).

Elementi ritenuti essenziali dall’Amministrazione comunale per poter procedere alla stesura dell’accordo.

Secondo quanto riportato nel provvedimento, tali condizioni non sono state soddisfatte in modo conforme ai principi di trasparenza, legalità e buon andamento dell’azione amministrativa. Da qui la decisione di interrompere il percorso verso un accordo di partenariato da sottoporre al Consiglio comunale.

Ricorsi

Avverso la determinazione è possibile presentare:

  • ricorso al TAR di Catania entro 60 giorni;
  • ricorso straordinario al Presidente della Regione Sicilia entro 120 giorni.

Le motivazioni spiegate dal sindaco Peppe Cassì

La procedura che avrebbe dovuto portare alla stipula di un accordo di Pspp (Partenariato speciale pubblico privato)
per la gestione del complesso di Donnafugata e del Museo della città di Palazzo Zacco si è conclusa con una determinazione negativa degli uffici comunali.

Espletate le diverse fasi previste e tenuto conto delle indicazioni fornite dalla Commissione esterna, appositamente istituita per la valutazione delle diverse proposte pervenute, il dirigente competente ha evidenziato la mancanza di presupposti per la prosecuzione della trattativa con la società che aveva formulato la proposta migliore, in tema di piano degli investimenti, manutenzioni programmate e rimodulazione del piano economico finanziario.

Le dichiarazioni del sindaco

“Abbiamo sempre sostenuto – dichiara il sindaco, Peppe Cassì – che la proposta di partenariato pervenuta avrebbe dovuto superare il vaglio degli uffici, che avrebbero preteso il rispetto dei rilievi della commissione, e poi quello eventuale del Consiglio comunale. A smentita di chi ha alimentato sospetti e illazioni, anche da questo epilogo emerge la correttezza dell’iter seguito. Rimango dell’idea che la collaborazione – e sottolineo collaborazione – di un soggetto privato nella gestione del Castello avrebbe potuto rappresentare un salto di qualità nella organizzazione della struttura, nell’interesse dei suoi fruitori, ma prendiamo atto oggi che la trattativa si è arenata.”

Le reazioni politiche di Pd e Movimento 5 Stelle

La decisione del Comune di interrompere la procedura per il partenariato speciale pubblico-privato sul Castello di Donnafugata ha immediatamente generato reazioni nel panorama politico cittadino. Le opposizioni, che negli ultimi mesi avevano sollevato critiche e dubbi sull’iter, considerano il provvedimento una conferma delle proprie posizioni.

Il PD: “Percorso opaco, avevamo ragione”

Il Partito Democratico di Ragusa accoglie la determinazione dirigenziale come la dimostrazione delle criticità denunciate sin dall’avvio del procedimento.

Secondo la segreteria cittadina del PD, la relazione del Settore XII conferma le perplessità sollevate nell’ultimo anno sul piano degli investimenti, sulla mancata definizione del canone, sull’inadeguatezza del PEF e, più in generale, sulla mancanza di trasparenza dell’intera operazione.

“Avevamo ragione – dichiara il PD – nel segnalare un percorso privo degli elementi fondamentali di sostenibilità economica e tutela dell’interesse pubblico. Il rischio era quello di arrivare a una vera e propria svendita del patrimonio culturale cittadino.”

Per i democratici, lo stop ufficiale alla trattativa rappresenta “l’esito naturale di un’impostazione sbagliata”, già contestata con coerenza attraverso richieste formali di ritiro e proposte alternative basate su una gestione pienamente pubblica.

Il PD chiede ora all’Amministrazione “un cambio di rotta” e invita a costruire un progetto “credibile, partecipato e trasparente” per il sistema museale, in grado di valorizzare realmente Castello, Mu.De.Co. e Palazzo Zacco.

Firrincieli: “Una vittoria per trasparenza e legalità”

Soddisfazione anche da parte del consigliere comunale Sergio Firrincieli, che sottolinea la motivazione fornita dagli uffici — l’assenza dei presupposti nel rispetto dei principi di trasparenza e legalità — a conferma della battaglia politica.

Intervento dell’on. Stefania Campo del Movimento 5 Stelle: “Il castello deve restare pubblico”

La deputata regionale del M5S, Stefania Campo, interviene sulla vicenda del Castello di Donnafugata, sottolineando che la proposta di partenariato speciale pubblico-privato avanzata da Civita non poteva essere accolta. Campo ribadisce che il Castello è un bene pubblico strategico e non un patrimonio abbandonato da privatizzare, e che la gestione ordinaria e essenziale deve restare in capo al Comune, eventualmente affidata a terzi solo tramite appalti specifici e separati per servizi come biglietteria, vigilanza e pulizia. La deputata evidenzia inoltre che erano arrivate altre proposte pubbliche valide, come quella del Libero Consorzio di Ragusa, e invita l’amministrazione a garantire trasparenza e continuità, evitando scelte che vincolerebbero le future giunte, soprattutto alla luce della fine del secondo mandato del sindaco.

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