Biogas di Zimmardo-Bellamagna, i residenti: “Faremo ricorso al CGA”

Sulla costituzione dell’impianto di Biogas in contrada Zimmardo-Bellamagna, la battaglia non è ancora finita. E si preannuncia lunga e laboriosa. I residenti, infatti, non hanno alcuna intenzione di demordere e hanno deciso di impugnare la sentenza del Tar, che ha dato ragione al comune di Modica e di rivolgersi al CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa).

La questione è nota: l’impianto di Biogas, pur ricadendo in territorio di Modica, è vicinissimo a Pozzallo. Già il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, aveva annunciato all’indomani della sentenza del Tar di voler andare avanti e di portare la questione anche al CGA.

A RagusaOggi, scrive uno dei residenti che spiega le ragioni per cui ha deciso di impugnare la sentenza e ha dato mandato ai suoi legali di rivolgersi al CGA:

“Alcuni anni fa, unitamente a mia moglie, ho acquistato uno stacco di terra in c.da Zimmardo Bellamagna territorio di Modica, sostanzialmente al confine tra le province di Ragusa e Siracusa, che secondo i nostri progetti avrebbe dovuto costituire la nostra casa di residenza per godere della campagna nel periodo di pensione.


In effetti sin da subito ci siamo resi conto che quel luogo costituiva il paesaggio ideale che da sempre avevamo cercato, ricco di alberi di ulivo, carrubi con i tradizionali muri a secco ad incorniciare i luoghi, il tutto corredato da una magnifica veduta.
Abbiamo vissuto lì per diversi anni, godendoci questo scenario straordinario fino a quando abbiamo appreso che, secondo i piani di qualcuno, lì doveva sorgere un impianto di biometano.
Con altri amici e confinanti non solo in proprio ma quali soci del Consorzio Bellamagna Zimmardo abbiamo deciso di ricorrere al TAR al fine di salvare quell’angolo di natura.


Mai avremmo pensato che il TAR potesse ritenere legittimo il provvedimento del Comune di Modica, che a seguito di un procedimento assai discutibile, aveva autorizzato la collocazione di questo impianto elefantiaco nel cuore di un territorio magnifico, peraltro vocato all’agricoltura e al turismo.
In effetti nel corpo della sentenza anche il Tribunale Amministrativo Regionale sottolinea “ le gravi anomalie che hanno comunque caratterizzato l’iter autorizzativo”.


Basti pensare che alcuni degli Enti che avrebbero dovuto esprimere una valutazione in merito all’iniziativa, tra tutti mi riferisco alla Soprintendenza ai beni culturali chiamata ad esprimere il proprio parere sulle questioni paesaggistico-ambientale e archeologico, anziché partecipare alla Conferenza di Servizi si è espressa dopo che l’autorizzazione da parte del Comune di Modica era stata già rilasciata e addirittura quando ormai il giudizio da noi promosso davanti al Tribunale Amministrativo Regionale era in corso.
Ma non è tutto , pensate che l’autorizzazione è stata concessa dal Comune di Modica su un progetto che non prevede neppure le opere e le infrastrutture di connessione tra l’impianto di produzione di biogas e il metanodotto, necessarie all’esercizio dell’impianto.


E’ come se si autorizzasse con tanto di agibilità-abitabilità un fabbricato nel cui progetto non vengono contemplati gli allacci idrico e fognario: tutto questo nonostante la normativa lo preveda !
E vedete non ho inteso agire solo per tutelare le mie ragioni personali ma ritengo per tutelare le ragioni di un intero territorio.


Pertanto ho dato mandato di impugnare la sentenza del TAR in appello avanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa agli AvvTi Giuseppe Incatasciato e Giovanni Di Pasquale”.
Dott Giuseppe Iemmolo

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