BENEDETTO IL “GRUPPO DI SCICLI” E IL SUO APPORTO ARTISTICO E CULTURALE

Io personalmente non finirò mai di manifestare, per quanto mi è possibile, la stima, la gratitudine e la riconoscenza massima a Piero Guccione.

Credo, inoltre, che questi miei sentimenti non possano non essere condivisi da tutti, ma proprio tutti. Ed in particolare da tutti gli iblei. Quello che è considerato il maggiore pittore italiano vivente ha fatto, per la comunità iblea, molto più di intere pattuglie di deputati e senatori, di top manager e markettari. E la cosa bella e preziosa, è che Guccione lo ha sempre fatto in silenzio o, ma in rare occasioni, con poche e sempre miratissime parole, da incorniciare, tanto quanto i suoi preziosi oli ed i pastelli. Cosa ha mai fatto questo quasi ottantenne artista? Ha portato la provincia di Ragusa e Scicli in particolare ai livelli delle maggiori città del mondo, si intende sul piano puramente artistico. Ed ha poi creato, diremmo spontaneamente, un “gruppo”, detto poi e giustamente “di Scicli”, al quale aderiscono altri pittori, scultori e “cantori” che in un modo o nell’altro sono legati a Piero Guccione.

Tutti d’accordo? Certamente. Allora cosa ho da aggiungere? Una postilla (vorrei inserirne anche una seconda, ma troppo cattiva, su tutti coloro i quali hanno visto cambiata la loro vita grazie a Guccione, anche quando non avrebbero avuto necessariamente tutti i numeri per meritare quel notevole cambiamento). La postilla riguarda questa ultima, notevole iniziativa culturale che si celebra a Scicli “intorno” al Gruppo di Scicli. Si tratta di una mostra di fotografie – esposte al “Caffè Letterario Vitaliano Brancati” – di Aldo Musumarra. Foto che, a vederle senza prima leggere almeno qualcosa sulla mostra, parrebbero delle belle foto, molto belle pur senza raggiungere le vette di alcuni maestri, che hanno un leit motive: la spiaggia di Sampieri. La si riconosce, quella mezzaluna gialla, perché in molte foto sono inquadrati sia il villaggio che fu peschereccio ed è oggi balneare, e soprattutto la inconfondibile sagoma del “Pisciotto”, lo stabilimento incendiato che da un secolo sorge nella omonima contrada sciclitana. Ma poi c’è di più. In tutte le foto di Musumarra scattate, evidentemente in periodi diversi, c’è la presenza umana. Singoli, coppie, piccoli e grandi gruppi. Scopriamo che si tratta dei componenti del “Gruppo di Scicli” che hanno eletto quella spiaggia quale luogo di ritrovo quotidie. Nella prima mattinata, prima della colazione (è specificato) ci si vede per passeggiare e ossigenarsi, per poi andare a produrre opere d’arte nei rispettivi atelier. Che bello, che iniziativa simpatica, condivisibile, ammirevole.

Però, e non ce ne vogliano i componenti del Gruppo (che tanto non leggeranno queste righe), una mostra di questo tipo è, secondo il giudizio di chi – facendo parte di un “collettivo” non certo glorioso ed aulico come quello in parola ha scelto l’uso dello pseudonimo che tanto disturba (a ragione) – vede in tutto ciò un rischio, quello della agiografia.

Chi scrive non conosce personalmente il Maestro Guccione (il titolo gli spetta, di diritto e di fatto, e non sappiamo quanti altri del Gruppo possano fregiarsene) ma ne ha sempre sentito parlare come di uomo tanto grande nella sua arte quanto modesto e riservato nella sua vita, che rifugge i riflettori, i clamori, i leccaculo.

Una mostra fotografica di questo tipo, per quanto di alto livello estetico, potrebbe apparire una leziosa esibizione. Per poterci convincere del contrario, e di fatto aderire al progetto del Brancati, vorrà dire che dovremo unirci alle passeggiate mattutine a Sampieri. Potremo farlo?

 

 

 

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