BASTA CON LE CLASSI “POLLAIO”!

Giustamente Renzi ha imboccato questa strada che permette, mixata con gli atti di ordinaria amministrazione, di dare un respiro all’azione del governo, ma intanto la vita procede giorno dopo giorno e i guasti prodotti dalle insane riforme dei governi di centrodestra continuano a produrre i loro frutti, prima fra tutte la riforma Gelmini!

 

Ovviamente questa non è una notizia, ma il fatto nuovo è costituito, per quello che è dato sapere, da un atteggiamento di maggiore rigidità assunto dagli uffici preposti nell’applicazione di quelle nefaste regole.

E’ stata una follia quella di risparmiare sulla formazione dei giovani, del futuro dell’Italia!

Questa è oramai una considerazione accettata da tutti: sfiderei non solo la Gelmini, ma anche Superteacher a gestire una classe di 30 alunni con risultati didattici di qualità!

 

La cosa incredibile è che tutto questo lungi dall’ indurre l’apparato burocratico della scuola a una applicazione di buon senso della normativa, si concretizza in una interpretazione ancora più rigida degli anni scorsi.

 

Di più, quando questa normativa entra in conflitto con altre normative, come quella relativa alla normativa di spazi minimi per l’edilizia scolastica la prima viene fatta prevalere senza battere ciglio.

 

Ora, se la scarsa attenzione per l’istruzione e la cultura che hanno contrassegnato i governi di centrodestra ha portato a una totale insensibilità per le esigenze della didattica, ci illudiamo che almeno le esigenze igienico-sanitarie e di sicurezza in questo Paese vengano ancora tenute presenti specialmente quando riguardano dei minori!

 

Orbene, l’edilizia scolastica da noi è tarata su una numerosità di alunni per classe di gran lunga meno elevata di quelle dell’era Gelmini, e, con tutta la buona volontà dei dirigenti scolastici che finora si sono assunti il rischio di classi eccedenti i limiti di legge, certamente non posso ospitare classi di 28/30 alunni!

 

Peraltro il TAR del Molise già nel 2012 si è pronunciato con 2 sentenze condannando l’Ufficio Scolastico Regionale e sentenziando che le esigenze igieniche e di sicurezza degli studenti prevalgono sulla normativa relativa al dimensionamento delle classi.

 

Alla luce di tutto questo, sarebbe auspicabile un atteggiamento meno rigido degli  Uffici Scolastici Provinciali/Regionali.

 

Se il ruolo della pubblica amministrazione in questo campo è solo di dividere brutalmente gli alunni per 28 o 30, atteso che le divisioni a due cifre sono programma di scuola primaria, ci sembra superfluo assegnarne la competenza a un ufficio comprendente dirigenti e funzionari, la loro presenza si giustifica solamente nell’esigenza di assumersi la responsabilità di portare a sintesi le varie esigenze confliggenti (didattica, libertà di scelta del corso di studi, dimensionamento ex legge Gelmini, normativa igienico-sanitaria e di sicurezza)!

 

In più, gli studenti in questa vicenda costituiscono il classico vaso di terracotta tra i vasi di ferro, subiscono tutto senza poter avere nessuna voce in capitolo, e questo dovrebbe indurre tutte le funzioni che (in nome e per conto “loro”) affrontano il problema a operare con l’accortezza e la delicatezza di chi assume decisioni che gravano su chi non può difendersi!

 

Siccome penso che questi nostri figli siano la ricchezza più grande che possiede la nostra società, è giusto e doveroso che ci mobilitiamo a difenderli dall’insensibilità di un mondo adulto che da anni sperpera ricchezza, tollera evasione e corruzione e poi cerca di risparmiare sul loro futuro e sulla loro sicurezza!

 

Per questo tutti, famiglie, docenti, sindacati, partiti, associazioni dovremmo mobilitarci, ovviamente in modo pacifico e democratico, con una sottoscrizione che, in attesa di una riforma organica dell’istruzione che inverta decisamente la tendenza rispetto a quelle norme che mortificano l’istruzione, chieda una maggiore elasticità nell’applicazione dei gretti vincoli delle norme volute dalla Gelmini, possibilmente anche con un intervento governativo che allinei tutto l’apparato pubblico scolastico a comportamenti uniformemente più benevoli verso le ragioni degli studenti.

 

Lo dobbiamo ai nostri figli!

 

 

 

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