Bando rifiuti, 100 milioni per 8 anni: Ragusa si divide tra accuse, polemiche e dubbi ambientali

Dopo mesi di attesa, il Comune di Ragusa si prepara a pubblicare il nuovo bando per la gestione dei rifiuti, un appalto dal valore complessivo di oltre 100 milioni di euro che definirà per i prossimi otto anni il futuro della raccolta e dei servizi ambientali in città. Un atto strategico e di grande impatto economico, che ha però acceso un acceso dibattito politico e civico, con scambi durissimi tra amministrazione comunale, Partito Democratico e associazioni ambientaliste.

Il nuovo appalto: costi, durata e obiettivi

Il nuovo bando punta a rinnovare integralmente il servizio di igiene urbana in tutti i quartieri del capoluogo — da Ragusa superiore a Ibla, da Marina di Ragusa a San Giacomo — per una durata di otto anni. L’importo complessivo supera i 100 milioni di euro, cifra che comprende la gestione della raccolta differenziata, lo spazzamento, il lavaggio stradale e il potenziamento dei sistemi di monitoraggio e tracciabilità dei rifiuti.

Tra le novità principali, secondo quanto trapelato, è prevista l’introduzione della tariffazione puntuale (PAYT – Pay As You Throw, “paga per quello che butti”), un sistema che collega la tariffa alla quantità effettiva di rifiuti prodotti dagli utenti, con l’obiettivo di premiare i comportamenti virtuosi e incrementare la raccolta differenziata.

L’assessore all’Ambiente, Mario D’Asta, ha spiegato che il percorso di redazione del bando “ha richiesto mesi di lavoro e tre cicli di incontri con associazioni, sindacati e cittadini, durante i quali sono stati raccolti suggerimenti e proposte”.


Le accuse del Partito Democratico: “Atto da 100 milioni nascosto al Consiglio”

Il primo affondo politico è arrivato dal Partito Democratico il 26 settembre, che ha denunciato la “mancanza di trasparenza” e chiesto che il capitolato di gara venisse sottoposto al vaglio del Consiglio comunale, paventando anche un ricorso al TAR in caso contrario.

Il segretario cittadino del PD, Riccardo Schininà, e il capogruppo in Consiglio comunale, Peppe Calabrese, hanno sottolineato che “una gara di oltre 100 milioni di euro, strategica per il futuro della città, non può essere ridotta a un atto gestionale. È necessario un confronto politico e pubblico”.
Il PD ha inoltre puntato il dito contro i ritardi: “Il servizio è scaduto da un anno — ha dichiarato Calabrese — e con la nuova proroga di sei mesi siamo arrivati a 18 mesi di ritardo. È un fallimento amministrativo”.

Il 2 ottobre, i democratici hanno rincarato la dose, accusando il sindaco Peppe Cassì e l’assessore D’Asta di “nascondere” il bando e di aver organizzato “consultazioni di facciata”, senza che “nessuno abbia mai potuto leggere un solo rigo del capitolato”.
“Si è parlato del nulla – ha affermato Schininà – mentre l’atto concreto resta segreto. Se davvero si è trasparenti, perché evitare il confronto in aula e con i cittadini?”.


La replica del Comune: “Attacco strumentale, il Pd non ha partecipato”

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore Mario D’Asta, che in replica ha parlato di “accuse comiche” e di “strumentalizzazioni politiche”.

“Abbiamo organizzato tre cicli di incontri con associazioni e sindacati, più uno aperto alla cittadinanza — ha dichiarato D’Asta — a cui il PD non si è visto. Ora ci accusano di nascondere il bando? Proprio loro che avevano chiesto e ottenuto un incontro dedicato con l’Ufficio Ambiente. È un atteggiamento irrispettoso verso chi ha partecipato con spirito costruttivo”.

L’assessore ha poi precisato che il capitolato è un “atto gestionale” e, in quanto tale, non deve passare dal Consiglio comunale, come previsto dalla normativa.
“Non lo decide l’amministrazione Cassì né il PD — ha detto D’Asta — ma la legge stessa. Ora che il bando si sta per pubblicare, il rinnovato interesse dei democratici sembra più un risveglio a orologeria”.


Il fronte civico: i rilievi di Legambiente

Sul piano tecnico e ambientale, Legambiente Ragusa ha espresso forti perplessità sulla nuova gara, evidenziando alcune criticità strutturali del bando.

In un documento diffuso dopo un incontro del 15 settembre presso la SRR, l’associazione ha sì apprezzato la volontà di introdurre la tariffazione puntuale, ma ha denunciato una grave carenza di risorse per la comunicazione e la sensibilizzazione.
Secondo Legambiente, il nuovo bando prevede solo 24.000 euro per l’informazione ai cittadini, contro i 114.000 euro dell’appalto uscente.

“È impensabile raggiungere gli obiettivi europei di riciclo e riduzione dei rifiuti con investimenti così esigui — si legge nel documento —. La comunicazione è la chiave del successo del sistema PAYT. Senza campagne capillari di informazione, si rischia il fallimento del progetto e l’aumento degli abbandoni”.

L’associazione propone di recuperare risorse da altre voci di bilancio, come il personale amministrativo o le somme non spese per la distribuzione dei kit di raccolta, e chiede di rafforzare i sistemi di vigilanza, segnalazione e controllo contro gli abbandoni.


Un bando atteso ma divisivo

Il nuovo appalto rifiuti di Ragusa nasce dunque sotto il segno della divisione politica e della diffidenza civica.
Da un lato, l’amministrazione rivendica un percorso “partecipato e rispettoso delle procedure”, dall’altro, l’opposizione parla di “mancanza di trasparenza” e “consultazioni di facciata”.
In mezzo, la voce del mondo ambientalista che mette in guardia: senza un serio investimento in educazione ambientale e comunicazione, anche il miglior sistema tecnico rischia di restare solo sulla carta.

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