BANDO AL CHEWING GUM NELLE PALESTRE DEL RAGUSANO

Potrebbe apparire insolita la richiesta che Ignazio Nicosia, Consigliere Provinciale del Pdl, ha rivolto al Presidente della Provincia Regionale di Ragusa e ai dodici Sindaci del Territorio ibleo. La proposta, infatti, prevede il divieto al consumo di chewing gum nelle palestre e negli edifici adibiti a uso sportivo la cui manutenzione è a carico degli Enti Locali. Probabilmente non si dovrebbe guardare a questa iniziativa con occhio eccessivamente critico.

Il Consigliere parla con la voce di un padre, preoccupato per la salute dei propri figli, che tiene a salvaguardare i luoghi in cui vivono la loro quotidianità, come i banchi di scuola e le palestre. Il divieto è rivolto a chi frequenta questi posti e in particolar modo ai giovani. Basterebbe infatti, educare i piccoli di oggi che saranno i grandi di domani, a rispettare e a tenere pulita la realtà che li circonda perché, solo affinando il senso civico, si potrà vivere in un ambiente sano e pulito. La proposta di Nicosia diventa, pertanto, una campagna di sensibilizzazione, volta a educare e a promuovere il rispetto per sé e per gli altri.

Bandire le gomme da masticare forse può sembrare esagerato, ma è sicuro che stare più attenti costa poco e gesti più oculati potrebbero evitare di danneggiare e rovinare i beni che tutti condividiamo. Il chewing gum o gomma da masticare è una realtà che ci tocca da vicino, che ben conosciamo, che ci disgusta quando per esempio vediamo la poca gradevole “bolla”, che ci infastidisce quando la calpestiamo e che ci irrita quando la ritroviamo per errore tra le dita. Palestre, parchi ed edifici pubblici sono le vittime per eccellenza della negligenza e dell’incuria di chi facilmente se ne libera. Colonie di batteri sempre in agguato e altamente inquinanti, poiché le gomme anziché essere buttate negli appositi cestini, spesso vengono abbandonate nei posti più impensati, comportando per la loro rimozione l’utilizzo di prodotti chimici.

Le tecniche per la pulizia delle strutture pubbliche e delle pavimentazioni, di sicuro, non mancano. Ne sono un esempio la pratica della sabbiatura o quella del freddo che hanno funzione abrasiva. Ma perché ricorrere a tutti questi artifici e sottoporre le Amministrazioni e gli Enti Pubblici a spese esose e continue, quando con un pizzico di responsabilità e un briciolo di educazione si potrebbe ovviare al problema?

La scuola e la famiglia dovrebbero educare i giovani a saper vivere nel rispetto dell’altro, cominciando con semplici gesti come per esempio una gomma da masticare in meno o magari buttata nel posto giusto per arrivare gradualmente a poter vivere in un ambiente pulito. Insomma, sarà forse il caso di riflettere sulle parole del Consigliere Nicosia e vedere nella palestra sportiva la metafora di una palestra di vita?  (Isabella Roccuzzo)

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