Attesa oggi pomeriggio la prima lettera pastorale del Vescovo di Noto mons. Salvatore Rumeo. Il suo incontro con il clero giovane della Diocesi

Nella cattedrale di Noto oggi pomeriggio, alle 18, il vescovo mons. Salvatore Rumeo presenterà e consegnerà la prima lettera pastorale del suo mandato di capo della chiesa netina. “Giardino della Misericordia. Sulla strada di Emmaus” il titolo della lettera. Durante l’incontro di oggi interverranno i sacerdoti Mario Vito Martorina, Ignazio Petriglieri e Salvatore Bella. Il vescovo Rumeo consegnerà la lettera pastorale ai vicari foranei di ogni città della diocesi ai quali darà anche il libretto con le nuove otto schede per il cammino sinodale del nuovo anno e quello con i cenacoli del Vangelo per le famiglie sempre per tutto l’anno. La lettera pastorale andrà consegnata anche al rappresentante laico di ogni città.

Nei giorni scorsi l’incontro a Noto con il clero giovane. Da Scicli quattro i giovani che hanno scelto il sacerdozio.

Per clero giovane si intendono i preti ordinati dal 2013 all’anno corrente cioè il 2023. E’ stata l’occasione per un momento di ascolto, confronto e formazione, per cogliere le sfide di oggi in una fase particolarmente vivace per la Chiesa, con il Sinodo che si sta celebrando. “In un clima molto disteso e informale, mons. Rumeo si è intrattenuto con alcuni dei sacerdoti ordinati negli ultimi 10 anni, con il desiderio di conoscerli sempre più e sempre meglio, mettendosi anche in ascolto di ciascuno di loro, incoraggiandoli nell’impegno del ministero nelle loro comunità – ha spiegato don Alessandro Paolino, direttore dell’UDCS – diversi i temi affrontati, come le relazioni all’interno del Presbiterio e con il Vescovo, il rapporto con i laici, la vita di preghiera, il discorso dei Sacramenti quale percorso cristiano più serio e regolamentato e altri spunti e suggestioni che sono stati motivo di confronto e condivisione. Il percorso formativo con il clero giovane, continuerà con altri incontri durante l’anno, anche con momenti ricreativi e di fraternità, per rendere più salda quella necessaria comunione presbiterale che è alla base di una Chiesa più credibile e vicina alla gente”.

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