Intorno alle ore 7 di stamani, il reparto di psichiatria dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa è stato interessato da un allagamento causato dalla rottura di un tubo dell’impianto di condizionamento. L’episodio ha richiesto l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco di Ragusa, che hanno messo in sicurezza i locali e confermato che l’allagamento non era […]
ATTENZIONE ALLA CYCAS…
29 Nov 2011 21:02
Forse non è noto a tutti che una pianta molto diffusa dalle nostre parti, la CYCAS (Cycas revoluta è la più comune – Sago Palm), è estremamente tossica per i nostri piccoli amici a quattro zampe.
Il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano ha pubblicato di recente un lavoro riguardante una casistica raccolta negli ultimi anni.
Si tratta di una pianta la cui ingestione può avere esito anche fatale. A seguito di tale ingestione possono comparire sintomi apparentemente ed inizialmente generici, quali vomito e diarrea, ma che possono evolvere verso una grave depressione del Sistema Nervoso Centrale, con convulsioni e provocare una grave insufficienza epatica.
La maggior quantità di elementi tossici è contenuta nei semi, anche se tutte le parti della pianta ne contenegono.
In genere non ci sono sintomi nell’immediato periodo post-ingestione, ma dopo qualche ora, come detto, con ripetuti attacchi di diarrea e vomito; il cane può manifestare sete notevole e la salivazione aumenta. Purtroppo il danno epatico progredisce, evolvendo verso una gravità che spesso risulta irreversibile e quindi fatale: dopo qualche giorno, infatti, si aggiungono i sintomi tipici di tale danno. Una serie di controlli ematochimici evidenziano la gravità del danno e, se eseguiti in fase tardiva, sono utili solo ai fini prognostici.
Non esistendo, purtroppo, al momento un antidoto specifico, bisogna provvedere quanto più precocemente possibile con le procedure mirate all’allontanamento del veleno ove possibile e con un supporto all’organismo in toto.
Un continuo monitoraggio (non tardivo ma precoce e continuo) della funzionalità epatica può ancora aiutare per un supporto sistemico in una seconda fase.
Ma ciò che è importante è l’opera di prevenzione mirata a far conoscere la potenziale pericolosità di tale pianta. Sarebbe utile che anche i progettisti di giardini ed i giardinieri in genere dessero informazioni adeguate sull’argomento.
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