È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ATTENDIAMO UN BIS D’ECCEZIONE IN TERRITORIO IBLEO
28 Lug 2010 20:35
A Tao Arte una commedia con attori modicani! Mercoledì 28 luglio è andato in scena Il Timballo del Gattopardo (nella foto di Giovanni Antoci), scritto da Rosario Galli, interpretato da Carlo Cartier e Carmelo Chiaramonte per la scenografia di Antonello Geleng, e per la regia di Giancarlo Sammartano. D’un tratto si instaura la magia, lo spettatore entra nel ruolo della finzione e si lascia guidare. Carlo Cartier non è più lui, Carmelo Chiaramonte non è più lui. La finzione diventa scena e la scena diventa realtà, in un miscuglio di ruoli che si capovolgono: è la magia del Teatro con la maiuscola. Ha inizio lo spettacolo. La storia è semplice: l’intreccio è efficace. Una tavola elegantemente apparecchiata per 12 persone: è il banchetto funebre in onore della “Baronessa”. Saro, uno chef di grande fama, ha accettato di preparare personalmente il menù per questa particolare occasione; dodici portate, dodici piatti diversi, dodici antipasti, dodici primi, dodici secondi, dodici dolci. Non ci sono camerieri a servire perché Saro non vuole estranei in quel salone, per lui così caro e gravido di ricordi; sarà lui stesso a riempire la lunga tavola con le diverse portate. Al centro un posto apparecchiato con piatti, posate, bicchieri particolari, diversi dagli altri; anche la sedia è unica, sembra un trono imbottito di velluto rosso e trapuntato d’oro. Saro ha convinto il suo amico e socio Carmelo a seguirlo in questa serata particolare; pur riluttante Carmelo si è convinto e così i due sono all’opera. Coniugare letteratura e gastronomia. Trovata semplice ma d’effetto. Far muovere sulla scena almeno due esponenti Modicani che spiccano in settori del tutto diversi tra loro ma non antitetici. Quello dell’arte culinaria e quello dell’arte della recitazione. Entrambi ad alti livelli. Due esponenti non in un confronto ma piuttosto in un’ alleanza con un solo scopo: divertire e lasciare una riflessione. In un sistema come il nostro spinto freneticamente in avanti in cui la parola futuro perde a volte il suo senso precipuo di “ciò che deve ancora accadere” accade che il “nuovo” sorprendentemente è già “superato”. In un sistema in cui ogni congegno elettronico,computer o televisore che sia, una volta sul mercato è ritenuto obsoleto rispetto alle innovazioni. In questo delirio di futuro già superato, uno chef si muove su un palco improvvisandosi attore ed un attore si improvvisa chef e dallo scambio nasce un momento in cui si dà spazio al recupero tradizioni antichissime come quella messa in scena del banchetto funebre e più ancora si affonda nel recupero se è possibile, ancora più prezioso di aromi e gusti legati al passato di una Sicilia che, come in una giornata di sole, a volte in un opera teatrale, sa farsi perdonare il malcostume e l’indolenza. Per il territorio Ibleo Carlo Cartier e Carmelo Chiaramonte sono già al lavoro per dare l’opportunità a chi non ha visto lo spettacolo per un bis d’eccezione. (Marcella Burderi)
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