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ASPETTANDO RIESI
01 Apr 2013 16:19
Nel 2001 venne creata la DOC Riesi con l’obbiettivo di valorizzare il potenziale vitivinicolo della zona. La Doc comprende i territori dei comuni di Butera, Mazzarino e ovviamente Riesi, tutti in provincia di Caltanissetta. La zona territoriale che ricopre la DOC venne identificata come potenzialmente adatta alla produzione di vino. Il disciplinare che fu creato permetteva ai produttori di percorrere molte strade per la produzione di vino, proprio per comprendere con il tempo quali fossero le vere potenzialità del territorio.
Dodici anni non sono stati sufficienti, anche perché la DOC Riesi faticò non poco a inserire i produttori nel proprio disciplinare. Causa di ciò fu il successo che riscontrava l’IGT Sicilia, perché, ironia della sorte, proprio per il successo che stavano ottenendo i vini siciliani, si pensò di creare nuove DOC, al fine di migliorare la produzione isolana.
Le buone intenzioni dei legislatori, però, si scontrarono con il fattore della comunicazione o marketing. Fuori dalla Sicilia erano in pochi a riuscire ad associare Riesi con la Sicilia. I produttori si accorsero che, etichettando i loro vini come IGT Sicilia, avrebbero venduto molto di più che passando alla DOC Riesi. Questo fu il motivo principale per cui questa DOC ha avuto e tutt’oggi ha molte difficoltà a farsi conoscere, sebbene possa contare sulla presenza nel suo territorio di vigneti appartenenti ad alcune delle cantine più famose della Sicilia. Nonostante questi problemi, è possibile tracciare un primo giudizio, certo non immutabile, sul potenziale territoriale di questo disciplinare.
La DOC Riesi permette la produzione di vino bianco, rosato, rosso, novello e spumante bianco. Per quanto riguarda il vino bianco, anche nella versione spumante, esso si può ottenere solo da due varietà: l’insolia e chardonnay. Più interessanti sono stati i risultati con lo chardonnay, anche se i vini presentano spesso carenze di acidità, compensata in qualche modo con la vinificazione in spumante. Anche se si intravede una certa possibilità di miglioramento, i vini bianchi necessitano ancora tempo per poter affrontare un giudizio più approfondito.
Il rosato, come quasi ovunque in Italia, non ha goduto di molte attenzioni e la sua produzione, già molto limitata, dà un prodotto gradevole, ma con molti limiti gustativi.
Interessanti risultati, invece, si stanno ottenendo dai vitigni a bacca rossa, primo fra tutti il nero d’Avola. Il disciplinare è stato redatto tenendo presente le richieste del mercato. Così troviamo, accanto al nero d’Avola, vitigni internazionali come il cabernet sauvignon, il merlot e lo syrah.
Il nero d’Avola trova in questo territorio una zona molto indicata per la sua coltivazione. Esso presenta caratteristiche simili a quello coltivato a Pachino, ma sviluppa qui una notevole componente minerale, che ricorda il ferro. Inoltre ha leggermente una minore morbidezza dettata da una maggiore sapidità gustativa. Alcune delle etichette più conosciute di nero d’Avola IGT diffuse nel mercato provengono, o in parte o totalmente, da vitignI all’interno della zona della DOC Riesi.
Non vi è solo il nero d’Avola a dare buoni risultati, ma anche i tre vitigni internazionali prima citati danno dei prodotti di buon livello.
Quello più interessante è sicuramente lo syrah, che richiederebbe però un maggiore impegno da parte dei produttori. Il meno interessante è il merlot, che in questo clima così caldo tende a perdere la poca acidità che possiede, diventando così un vino eccessivamente morbido al palato e con sensazioni olfattive che rimandano esclusivamente alla confettura.
È evidente che la DOC Riesi, se vorrà sopravvivere all’avvento della DOC Sicilia, dovrà legare il proprio nome ad un’unica tipologia di vino. Ma il ritardo con cui si è ritagliata un proprio spazio nel panorama siciliano, rischia di essere anche la causa della sua scomparsa. Probabilmente i produttori della zona devieranno tutta la propria produzione verso la DOC Sicilia.
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