È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ARTICOLO 1 DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
20 Gen 2014 17:46
Sapete cos’hanno in comune Socrate, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Oscar Wilde e Freddy Mercury? Sicuramente la genialità, quel talento che caratterizza persone fuori dal comune, dotate di qualità che hanno loro permesso di entrare a fa parte della Storia, distinguendosi nella filosofia, nella politica o nell’arte, in periodi così distanti tra loro. Ma sapere che questi straordinari personaggi erano omosessuali, toglie forse qualcosa alla loro grandezza? Certamente fa rabbia sapere che c’è chi, ancora oggi, sostiene che l’omosessualità sia uno stato di minorità, addirittura una malattia da curare poiché si è fermamente legati ai principi cattolici, secondo i quali il vero amore può esistere solo tra uomo e donna ed ogni altra forma di rapporto sessuale è contro natura.
Da qualche anno si sente parlare sempre più spesso di omofobia. Il termine deriva dal greco, “omo-“, che vuol dire “stesso” e “fobia”, che significa “paura”, “avversione”. L’omofobia è dunque l’avversione per le persone omosessuali e per l’omosessualità.
Il termine ‘omofobia’ compare nel 1972, per dare un’idea di quanto la società abbia oppresso e stigmatizzato le persone omosessuali, definendolo come: “la paura irrazionale, l’intolleranza e l’odio nei confronti delle persone omosessuali, dalle società ‘etero sessiste’, che si rifanno a uno schema ideologico che nega, denigra e disapprova ogni forma di comportamento, identità, relazione o comunità di persone non eterosessuali”.
L’etero sessismo è il pensiero secondo cui nasciamo tutti eterosessuali e, di conseguenza, è l’unico orientamento sessuale possibile e quindi normale. L’omosessualità diviene diversità, perversione, patologia, immoralità e tutto quanto può comportare un atteggiamento che devia dalla norma imposta. Essendo quindi cresciuti in una società in cui la cultura dominante è in larga parte etero sessista, i gay o lesbiche, spesso provano sentimenti negativi verso se stessi una volta riconosciuta la propria omosessualità, poiché hanno imparato ad accettare l’eterosessualità come l’unico modo corretto di essere.
Nel 1973 l’omosessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali ed è stata invece riconosciuta come ‘variante non patologica del comportamento sessuale’: le persone omosessuali possiedono un’identità psichica suscettibile alle patologie né più né meno di quella degli eterosessuali. Vent’anni dopo, nel 1993, la stessa decisione veniva ufficialmente condivisa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il mondo della sanità quindi, è concorde oramai nel ritenere l’omosessualità una variante normale, non patologica del comportamento sessuale, proprio come l’eterosessualità.
La lotta all’omofobia, alla violenza e alle discriminazioni ai danni di omosessuali, lesbiche e transessuali è tra gli obiettivi prioritari di Arcigay. L’impegno dell’associazione, oltre ad essere indirizzato al supporto psicologico e legale delle vittime, sia a livello locale che nazionale, si esprime in un’ampia e consolidata azione di prevenzione dell’omofobia. L’obiettivo è quello di ottenere un cambiamento nella mentalità comune. Ciò che i gay vogliono è che le persone siano convinte che l’omosessualità sia una natura, una essenza, e non un disordine oggettivo. L’esistenza di una legge che consenta alle persone omosessuali di accedere all’istituto del matrimonio non implica l’obbligo di usarla. Basta che ci sia. Insomma, la battaglia è rilevante prima di tutto sul piano simbolico, dell’uguaglianza, dell’equità. Arcigay, tra le altre iniziative, organizza campagne di sensibilizzazione, pubblica ogni anno un rapporto sui casi di omofobia in Italia e collabora con OSCAD, l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori istituito dalla Polizia.
Alcuni casi di omofobia, hanno vincolato la perdita di molti nostri concittadini italiani,ricordiamo:
Simone, ventunenne, romano che si è suicidato buttandosi dalla terrazza di un palazzo in via Casilina;
Andrea, quindicenne, studente romano che, deriso dai suoi compagni di scuola per la sua presunta omosessualità, si è impiccato con una sciarpa nella sua abitazione;
Roberto, quattordicenne, si è suicidato lanciandosi da un tetto dopo aver lasciato, in una lettera la rivelazione della sua omosessualità.
Questi sono solo alcune delle tante vittime dell’omofobia.
Non ha senso imporre a queste persone una croce per una tendenza assolutamente naturale; non ha senso tentare di cambiare la loro natura; non ha senso ostacolare le loro unioni, anche se la società (o il moralismo) dovesse pagare un prezzo.
Io credo che non si sceglie di essere omosessuali, così come non si sceglie di essere eterosessuali. E quindi io mi chiedo, può lo Stato italiano non consentire i matrimoni tra persone dello stesso sesso ma consentire a Torino l’uso legale della marijuana? Ma al di là di questo e delle elucubrazioni di chi si domanda se l’omosessualità sia convertibile o meno, resta il fatto che giuridicamente parlando l’orientamento sessuale fa parte di quelle cose considerate “innate”, proprie della persona e non modificabili.
Se l’omosessualità è una natura, una essenza, allora è giusto militare per i diritti di queste persone. Ed è giusta anche la legge contro l’omofobia: bisogna vietare che un’idea sbagliata, continui a circolare. L’omofobia può essere combattuta e contrastata con un lento processo psicologico che deve portare alla comprensione di chi ci sta intorno.
“Io sono gay. L’Italia è un Paese libero, ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza. Io non sto bene in questa società” (lettera scritta da Simone prima del suicidio).
Redatto da Corso Valery 1 At
Istituto Tecnico Statale “ G. Garibaldi” – Marsala
Docente referente: prof. Teresa Titone
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