Arrivati a Pozzallo altri 47 migranti originari del Bangladesh

Era stata una nave commerciale battente bandiera italiana, la ‘Valpiave’ a metterli in salvo a circa 50 miglia dalle coste libiche nel Golfo di Sirte. Era il 22 giugno. Si tratta di 47 persone, tutte originarie del Bangladesh, una con delle gravi ustioni, tutti uomini e tra di loro c’è anche un ragazzino minorenne. La nave si era imbattuta nel loro barchino mentre percorreva la rotta che l’avrebbe portata in Turchia. Una volta operato il salvataggio, i migranti sono stati rifocillati ed è stato fornito loro anche del vestiario.

Sono arrivati stamattina a Pozzallo spaventati.

Un salvataggio fatto al buio quando anche la cognizione del tempo è persa e due giorni di navigazione fino al ‘rendez- vous’con la motovedetta della Guardia costiera che li ha fatti scendere dal mercantile e salire a bordo della Cp308 con la quale hanno percorso le ultime 70 miglia per arrivare a Pozzallo il 24 giugno alle prime luci dell’alba. Hanno iniziato a rasserenarsi quando hanno effettivamente realizzato di non essere ritornati in Libia.

Altri migranti salvati

Poco prima della mezzanotte, sempre a Pozzallo, era giunta un’altra motovedetta, questa volta della Guardia di finanza che aveva effettuato un’operazione di salvataggio soccorrendo 23 migranti in difficoltà a bordo di un piccolo barchino. Anche in questo caso le persone messe in salvo sono prevalentemente originarie del Bangladesh (19 su 23, le altre quattro provengono da Siria, Egitto, Tunisia e Ghana). Non sarebbero stati segnalati casi critici dal punto di vista sanitario tranne quello riguardante le gravi ustioni riscontrate ad un uomo: ha passato del tempo seduto probabilmente su una miscela di acqua e benzina e i tessuti della parte inferiore del corpo sono corrosi dalle ustioni da idrocarburi. Non è finito lo stato di allerta a Pozzallo dove in questi giorni sono attese altre 200 persone, questa volta però non si tratterebbe di salvataggi diretti in mare ma di trasferimenti da Lampedusa per decongestionare l’hot spot di contrada Imbriacola.

FOTO REPERTORIO DI GIADA DROCKER

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