ARRIVA LA DOC SICILIA

Dalla prossima vendemmia, quella del 2012, si vedranno la prime bottiglie etichettate come DOC Sicilia. Questa nuova DOC nasce per colmare una situazione alquanto strana. Troppi vini siciliani rinomati non rientravano in nessuna DOC e venivano imbottigliati come IGT Sicilia. Che il sistema delle denominazioni siciliane non fosse proprio all’avanguardia è certo. Infatti, escluse alcune DOC, come Etna, Faro, Passito di Pantelleria, Marsala e altre poche, la maggior parte dei disciplinari siciliani è o sconosciuto fuori dalla zona di produzione o direttamente irreperibile. Che questo sistema non riuscisse ad accontentare la nuova linfa produttiva siciliana è stato subito chiaro. La continua apparizione di nuovi vini isolani etichettati IGT Sicilia e impostesi come veri e propri fenomeni di enologia e il lento ma continuo abbandono delle Doc di certe etichette blasonate  per aderire alla IGT Sicilia, ha evidenziato questo fenomeno.

Se da una parte molti produttori non hanno aderito alle varie DOC Siciliane, perché non coprivano un determinato territorio o perché i vini creati non rientravano nelle regole dei disciplinari, dall’altra è convenuto a molti vendere il proprio prodotto con il nome Sicilia, piuttosto che con il nome di una delle DOC minori isolane. Questo perché con l’IGT Sicilia il vino in questione porta in etichetta ben evidenziato il nome della regione, che è sicuramente noto come nome al mercato estero e non solo. Viceversa una DOC come quella di Riesi, tanto per fare un esempio, è riconducibile alla zona territoriale solo dai siciliani e da altre poche persone che sanno dove si trova questo comune.

Ricondurre un vino a una determinata zona non è cosa da poco. I vini di cui ignoriamo la collocazione geografica difficilmente li notiamo e passano per lo più inosservati.

La DOC Sicilia dovrebbe avere, in futuro, il merito di migliorare, qualitativamente parlando, i vini che vorranno rientrare in questo disciplinare, proprio perché a differenza della IGT Sicilia subirà maggiori controlli, avrà delle regole più ferree sulle rese per ettaro e sulla cura del vigneto. In teoria quindi con la DOC Sicilia, molti vini decisamente discutibili che rientrano adesso nell’IGT Sicilia dovranno migliorare sensibilmente il loro prodotto se vogliono rientrare nella nuova DOC.

Che questa nuova DOC porti ad un miglioramento qualitativo di gran parte della produzione siciliana non vi sono dubbi.

La DOC Sicilia, però, si allontana notevolmente dal concetto di legame territoriale, checchè ne dicano i sostenitori di questa DOC. I disciplinari dovrebbero, assieme alle regole di lavorazione, tener conto del particolare microclima dei territori a cui fanno capo. Insomma se un terreno è caratterizzato da una marcata presenza di argilla nelle tessitura del suo terroir e un altro terreno a due chilometri di distanza, tanto per fare un esempio, è caratterizzato invece da grossa presenza calcarea oppure è un terreno vulcanico, è ovvio che si tratta di due terroir diversi, capaci di dare risultati diversi e magari per uve anch’esse diverse. Per questo dovrebbero avere due DOC diverse. Fare una DOC Sicilia vuol dire: o che in Sicilia esiste una sola tipologia di terreno uguale per tutta l’isola oppure vuol dire non avere la minima attenzione per il terroir. Non bastano poche sottozone, oltre tutto non obbligatorie, per parlare di DOC territoriale. E siccome la Sicilia conta una miriade di microclimi e di tessiture del terreno, ci sembra che la DOC Sicilia non dia importanza al fattore fondamentale che riveste il terroir. Sebbene sia giusto venire incontro alle esigenze di chi produce il vino, anche perché lo deve vendere se vuole continuare a produrre, non si può dare l’impressione che questa DOC nasca solo per scopi di lucro: non si rinuncia al nome Sicilia e in più si aggiunge il valore aggiunto dato dal portare la veste di DOC.

Una nuova e molto variegata suddivisione delle diversità territoriale delle Sicilia, con magari l’aggiunta dei vitigni raccomandati per ogni determinata zona, da inserire come sottozone della nuova DOC Sicilia in modo da non rinunciare al nome Sicilia in evidenza in etichetta, ma anche soprattutto per differenziare tra loro le varie sottozone.

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