ARRESTATO IN ROMANIA LATITANTE

Un altro dei cittadini coinvolti nell’inchiesta che ha già portato all’arresto, da parte dei Carabinieri, di due persone, un italiano e una cittadina rumena, è stato rintracciato e arrestato in Romania, in quanto colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Ragusa (dr. Giampiccolo) su richiesta dell’allora P.M. dott.ssa Serena Menicucci della locale Procura della Repubblica, per i reati di tentata estorsione in concorso e favoreggiamento della prostituzione.

L’arrestato odierno è PAVEL Ionut Claudiu cl.’86 che, dal mese di febbraio 2015, quando i militari del Nucleo Investigativo di Ragusa, per gli stessi fatti, arrestavano IACONO Salvatore cl.’50 di Vittoria, imprenditore agricolo incensurato, risultava irreperibile insieme ad altri connazionali destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, poiché aveva fatto ritorno nel suo paese d’origine ossia in Romania. Da allora, però, le sue ricerche da parte dei Carabinieri di Ragusa non si sono mai interrotte e per lui veniva richiesta ed ottenuta l’emissione di un Mandato d’Arresto Europeo che, in caso di rintraccio, avrebbe consentito il suo arresto anche in altri paesi dell’Unione Europea. Tali ricerche, portate avanti per mesi, finalmente consentivano d’individuare l’esatta località della Romania ove il Pavel aveva trovato rifugio, ossia nella piccola cittadina di Dragomiresti, dove veniva rintracciato e arrestato dalla Polizia Rumena. Dopo l’arresto, inoltre, è stata subito avviata la procedura per l’estradizione in Italia del Pavel, ove verrà giudicato per i reati di tentata estorsione, istigazione e favoreggiamento della prostituzione.

Per tali fatti, come si ricorderà, nel mese di luglio, era stata arrestata anche un’altra cittadina rumena, ossia MARIN Janina, destinataria dello stesso provvedimento cautelare, che era rintracciata e arrestata mentre si recava a far visita a suo fratello George, che si trova ristretto agli arresti domiciliari a Catania, in un’abitazione in località Playa, sempre per gli stessi fatti.

Le indagini che hanno condotto ai predetti arresti, erano iniziate negli ultimi mesi dell’anno 2013, quando un imprenditore di Vittoria e allora esponente di un partito politico, dopo aver avuto un rapporto sessuale con giovani donne dell’est europeo, contattate tramite una bacheca di annunci on-line, rimaneva vittima di un’estorsione poiché, durante la consumazione del rapporto, gli venivano scattate delle fotografie compromettenti e, per impedire la divulgazione delle stesse, in più tranche, gli veniva richiesta la somma complessiva di € 100.000, da consegnare nell’arco di un mese. Capendo di essere rimasto intrappolato in un ricatto da cui non sarebbe più riuscito a venire fuori, il soggetto decideva di sporgere denuncia presso i Carabinieri che, immediatamente, avviavano le indagini per individuare gli autori del fatto.

A seguito dell’ennesima richiesta di pagamento di una somma di denaro per impedire la divulgazione delle foto, con l’accordo della vittima, in data 19.12.2013, veniva organizzato un servizio di osservazione finalizzato a fermare gli estortori proprio nel momento in cui ritiravano una busta con il denaro richiesto. Tale servizio sortiva gli effetti sperati, poiché venivano arrestati in flagranza del reato di estorsione in concorso i cittadini rumeni MARIN George e HODOROG Veronica, sorpresi mentre ritiravano dal posto convenuto la busta depositata dalla vittima e in cui avrebbe dovuto trovarsi la somma di denaro richiesta che, solo come 1^ tranche del totale, doveva essere di 2.000/3.000 €.

Le indagini però proseguivano, al fine di accertare se altri uomini erano rimasti vittime dello stesso tipo ricatto e se vi erano altri soggetti coinvolti nella vicenda. Dai successivi accertamenti, svolti anche monitorando le bacheche di annunci on-line esistenti sul web e relativi alla provincia di Ragusa, emergeva che vi erano una serie di giovani donne, tutte di nazionalità rumena, dedite alla prostituzione, che adescavano i loro clienti tramite tali annunci e dalle indagini emergeva pure che l’attività di meretricio veniva esercitata all’interno di alcune abitazioni site nel comune di Comiso.

   
     
 

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