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ARRESTATO IL COMANDANTE TUNISINO DI UN PESCHERECCIO
18 Apr 2015 07:41
Sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria KERDAOUI Mehamed nato in Tunisia il 13.05.1983, è stato riconosciuto come il comandante del peschereccio che ha trasportato ben 300 migranti.
Sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria in quanto responsabili di aver condotto il gommone dalle coste libiche fino a quando non sono stati soccorsi da una motonave, così come del resto, era stato da loro programmato.
Il responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti a bordo del peschereccio tutti provenienti da diverse regioni africane attualmente sono ospiti presso il C.P.S.A. di Pozzallo in attesa del trasferimento.
I FATTI
In data 15/04/2015, verso le ore 19.30, la nave Michele FIORILLO CP 904 in acque internazionali giungeva in prossimità di un barcone di colore blu di lunghezza di circa 15 metri con a bordo 301 persone e procedeva al loro soccorso portandoli a bordo. I migranti erano di diversa nazionalità: Eritrea, Siria, Etiopia, Nigeria Somalia. Dopo il trasbordo dei clandestini, la nave soccorritrice si dirigeva verso il porto di Pozzallo per lo sbarco dei migranti che giungeva alle ore 18.00 del 16/04/201 e sta ancora effettuando lo sbarco dei migranti.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Senza sosta l’attività della Polizia di Stato, tutti gli uffici lavorano da giorni senza sosta.
L’ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa ha messo a disposizione decine di uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato responsabile del servizio. Grazie al loro impegno, si sta procedendo a far partire centinaia di ospiti per poter far posto agli ultimi arrivati, soprattutto ai bambini ed alle donne incinte.
Alle procedure stanno partecipando 40 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza ma quando in numeri sono elevati non è semplice quindi serve una marcia in più che gli operatori della Polizia di Stato di Ragusa hanno.
La Polizia Scientifica sta facendo degli sforzi immensi per garantire un’identità certa degli sbarcati e lavora senza sosta per le operazioni di fotosegnalamento in considerazione degli ultimi arrivi. In tempi record sta rilevando le impronte digitali di tutti i migranti così come previsto dalla legge.
Da giorni ormai le attività sono continue, sbarcano vengono identificati e subito trasferiti per far posto agli altri appena giunti. In questo momento si procede al trasferimento di altre 200 persone così da poter far completare le procedure di sbarco dei 300 arrivati ieri.
La Polizia di Stato ha già predisposto il trasferimento con ordinanza del Questore di Ragusa su altre strutture del nord.
Attualmente stanno lavorando tutti gli uffici della Polizia di Stato presso il Porto di Pozzallo al fine di far rientrare il momento di emergenza connesso agli sbarchi.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia Costiera (Nave Fiorillo), di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza hanno individuato tra i 300 migranti lo scafista tunisino. L’uomo aveva provato a nascondersi tra un gruppo di giovani provenienti dal maghreb che però lo hanno denunciato ritenendo di essere estranei ai fatti a lui contestati discostandosi dalla sua condotta.
Lo scafista ha capito di essere stato individuato per “colpa” dei suoi connazionali e manette ai polsi si è girato verso di loro dicendo in lingua araba “mi avete tradito fratelli”.
Ci sono volute poche ore per individuare lo scafista in quanto le operazioni sono iniziate direttamente sulla nave al fine di evitare la paura dei testimoni una volta a terra ed in piena sinergia con chi li aveva soccorsi della Guardia Costiera.
Ascoltati altri tunisini che avevano pagato per viaggiare quasi 1.500 dollari e tutti gli altri migranti, le responsabilità erano da attribuire solo all’odierno fermato che aveva fatto tutto da solo, anche in considerazione del fatto che il viaggio è durato poco meno di 6 ore poiché sono stati soccorsi a 40 miglia dalle coste libiche.
Il “comandante” inizialmente molto arrabbiato perché tradito dai suoi stessi connazionali, si è determinato a parlare riferendo una versione poco credibile ma comunque importante perché ha confermato quanto riferito dai passeggeri ovvero che è stato lui a condurre il peschereccio.
I tunisini quando ingaggiati dalle consorterie criminali libiche percepiscono mediamente 3000 (elemento da lui negato) dollari per condurre l’imbarcazione che frutta agli organizzatori mediamente 1.800 dollari a passeggero, in questo caso complessivamente oltre mezzo milione di dollari (540.000 $).
Il lavoro degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta il responsabile di questo traffico di migranti, enorme business per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2015 sono 17 gli scafisti fermati a seguito degli sbarchi in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati circa 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
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