Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
ARRANGIARSI PER VIVERE
20 Giu 2013 20:21
Passeggiando per le vie di Palermo, in una cocente giornata di sole, noto che la mia città, come tutte le città siciliane e italiane, è proprio bella.
Guardando con gli occhi da turista, la vedo incantevole nelle sue forme e colori, frutto prelibato di grandi civiltà che hanno lasciato il segno, non solo nelle grandi strutture ma anche nei volti e nelle cadenze linguistiche.
Ma, osservandola con gli occhi da Siciliana, l’amarezza che tale terra non abbia trovato ancora la sua identità, schiacciata dal potere e dal malgoverno, mi prende il cuore.
Negozi chiusi e volti spenti.
Affittasi e vendite di case ed attività.
Crescita di bancarelle nei marciapiedi di ogni sorta: frutta e verdura, artigianato locale, riciclo di roba usata in poche parole “l’arte di arrangiarsi”.
I siciliani la conosco bene, perché l’hanno sempre praticata. Hanno sempre cercato di non fermarsi alle difficoltà che la società gli imponeva, e non mi prolungo sulla non efficienza di chi ha governato, perché di questo ne siamo consapevoli ormai da tempo.
Mi rammarica soltanto che i loro sogni di riscatto, semplici e chiari, quali possedere una casa ed avere un lavoro, che si traduca in attività propria o impiegatizia, stanno in atto frattumandosi, in nome di una salvezza di chi sa chi.
Tutto sommato i veri Siciliani hanno sogni semplici, il popolo della strada, di cui io ne faccio parte, non vuole altro che rimanere nella propria terra e costruire un futuro per i propri figli.
Deviati da una politica fatta di fumo, le loro certezze si sono rivelate “castelli di sabbia”.
E, quello che fa ancora più male, è vedere nei loro occhi la rassegnazione e la disperata ricerca di una sistemazione di figli universitari e over 40 che campano alle loro spalle.
Così il ritorno agli “antichi mestieri” per sopravvivere e “non fare mancare il necessario ai figli”.
Parlo di quel popolo che si è sempre sbracciato e ha creduto nel lavoro.
Ora, pur avendo una casa con ipoteca bancaria, non la sente sua, perché in realtà non lo è: senza lavoro sicuro non può pagare il mutuo, né la devastante Imu. Semmai questa la dovrebbe pagare la banca, reale padrona di quella casa tanto desiderata!
I poveri in Sicilia crescono. E’ un dato di fatto!
Non è fantascienza, è realtà.
Molti si sono illusi, e di questo non li giudico ma neanche li approvo, nel cercare nella P.A, una sistemazione, attraverso clientelismo e promesse di chi aveva bisogno di raggiungere il proprio obiettivo: e di questi molti, troppi, sono risultate pedine per “giochi di potere”.
Credono ancora i Siciliani, e stringono la cinghia ma per quanto ancora?
Creatività, inventiva e senso dell’arrangiarsi non manca.
Ma queste belle “virtù”vengono alimentate?
In questo stato di cose assolutamente no.
Cresce il lavoro “nero” per necessità o si cerca il lavoro facile, ancora per raccomandazione e…
Il posto fisso, quando questo dovrebbe essere riservato soltanto quando ce n’è la reale necessità.
Ci troviamo di fronte uno scenario trivalente: gli” aristogatti” (gli intoccabili), una borghesia decadente e il povero senza niente.
E chi ha un lavoro questo è nel terziario, cioè nei servizi amministrativi, comunali ect… (più del 70%), e la beffa è che i servizi sono inefficienti e disorganizzati. Tanto personale per non far nulla alle spalle di quelle imprese, attività che, in agonia, stanno morendo.
Si può aumentare Iva, Tarsu e tanto altro per risanare i danni altrui.
Ma di certo chi non ha alcunché, non risolverà niente!
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