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“Arà che impresa”: Federico Terlato percorre 100 km in un giorno attraverso gli iblei in ricordo del caro amico Angelo e per raccogliere fondi
03 Set 2024 16:07
Federico Terlato, 40 anni, è un runner che ha deciso di cimentarsi in un’impresa non indifferente: correre circa 100 km in un giorno attraverso gli iblei in ricordo del caro amico Angelo Ragusa, scomparso all’età di 33 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro e per raccogliere, contemporaneamente, fondi da donare a enti di beneficenza. L’associazione Arà di Chiaramonte Gulfi, di cui Federico fa parte, ha accolto favorevolmente la sua idea e così, domenica 1 settembre, l’impresa si è compiuta. “Arà che impresa”: è questo il nome dato all’evento che si è svolto a partire dalle 5.30 del mattino, con partenza da via Gulfi 52, passando per Monterosso Almo, Buccheri, Sortino, attraversando la riserva naturale di Pantalica, tutti luoghi amatissimi da Angelo. Poi, il ritorno costeggiando la valle del fiume Anapo per Ferla, Palazzolo Acreide e Giarratana. Alle 18.30 circa, il ritorno a Chiaramonte e sosta presso il cimitero di Chiaramonte per un saluto ad Angelo.
L’impresa in ricordo di Angelo e per beneficenza
Federico, che oggi vive in Inghilterra ma che periodicamente torna a Chiaramonte, è un appassionato di corsa, anche se non ha una formazione da professionista. Correre, per lui, è uno stile di vita: “Corro per andare al lavoro, corro per tornare da lavoro, corro per me stesso”, ci spiega. E il motivo di questa corsa così particolare? Ci racconta: “Mentre correvo, un giorno pensavo a cosa potevo fare per dare un mio contributo alla causa. Ho pensato che in Inghilterra sono abbastanza diffuse le maratone per dare significato agli eventi e per trasmettere un messaggio. Così, ho proposto ai ragazzi dell’associazione Arà di fare una maratona. Innanzitutto, è stato un modo di mettermi in gioco a livello personale: quando corri un’ultra-maratona, durante i mesi di preparazione, ti viene spiegato che l’unica cosa che può spingerti ad andare avanti è solo la motivazione. Al di là del fisico, al di là della fatica, entra in gioco soltanto la forza di volontà, dopo un certo numero di chilometri”.
E così, Federico ce l’ha fatta, pur non essendo un maratoneta agonista: “Negli ultimi anni corro giornalmente, ho partecipato a qualche maratona, è una cosa che mi piace. Il supporto dei ragazzi di Arà è stato fondamentale. Emilio Castaldi, Mirko Cavallo e Paolo Ragusa mi hanno seguito sempre in bici. Mio cugino, Giuseppe Bentivegna, che è anche fisioterapista, mi ha massaggiato i muscoli quando ne avevo bisogno. Silvia Iacono e Simona Iacono hanno realizzato una bandana con il logo di Arà che poi ho lasciato al cimitero da Angelo. Tutti ci sono stati con il loro supporto e ringrazio anche Denise e mio figlio che hanno sempre creduto in me”. Vito Distefano dell’associazione Arà, ci spiega: “E’ stata una giornata bellissima, perfino i bambini si sono sentiti coinvolti. Quando passava Federico dalle tappe, gli correvano dietro e tifavano per lui. Noi l’abbiamo seguito a più riprese e lo incitavamo a non mollare. L’intera cifra che abbiamo raccolto grazie alle donazioni su Gofundme sarà devoluta a un’associazione che ancora non è stata individuata ma, così com’è accaduto durante le edizioni del memorial Angelo Ragusa, tutto sarà devoluto. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo donato la cifra raccolta all’associazione “Ci ridiamo su”. Quest’anno, il nostro progetto di recupero del campetto di San Vito è stato approvato per usufruire dei fondi di democrazia partecipata e vigileremo affinchè i lavori vengano eseguiti per far diventare il campetto un luogo di aggregazione adatto sia a grandi che a piccini. Siamo uniti da sempre con Angelo e il suo ricordo. Nonostante non ci sia più, è sempre con noi”.
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