APPELLO DEL COMITATO DEGLI STUDENTI DI GIURISPRUDENZA DI RAGUSA ALCOMUNE E ALLA PROVINCIA

Dopo che nelle scorse settimane l’Ateneo catanese ha significato ai vertici del Consorzio Universitario Ibleo l’intenzione di procedere all’immediata chiusura delle sedi ragusane di Agraria e Giurisprudenza, in vista dell’imminente visita a Ragusa del Rettore il Comitato degli studenti torna a levare alto il proprio appello a tutte le parti istituzionali, affinché si ottenga almeno quel “male minore” che si era originariamente prospettato e cioè la chiusura ad esaurimento.

Come già in passato, gli Studenti di Giurisprudenza auspicano che il rettore Recca, malgrado la formale impeccabilità della sua posizione che fa riferimento ad un’applicazione scrupolosa dell’accordo di transazione del 2010, confermi sino in fondo la disponibilità al dialogo più volte dimostrata e dia fiducia una volta ancora -tanto più che sarebbe l’ultima– alle Istituzioni locali. Certo occorre che anche la Provincia, il cui Massimo Consesso ha in estate tagliato ben 350mila euro al progetto universitario, faccia in pieno la propria parte, e si affretti a conferire al Consorzio quanto originariamente dovutogli consentendogli così di uscire dalla sua ormai cronica situazione di morosità con l’Ateneo.

Sono ormai in pochi gli studenti che ancora realmente credono in un salvataggio dell’ultim’ora, come insistentemente vagheggiato dalle più diverse espressioni della classe politica locale.

«Proprio per questo motivo il Comitato Spontaneo intende lanciare una provocazione proponendo a Comune e Provincia, -afferma il portavoce Vincenzo Iacono- nel malaugurato ma probabile caso di un esito sfavorevole del vertice ragusano con Recca, di destinare i fondi che si sarebbero dovuti impiegare per il mantenimento ad esaurimento delle due facoltà all’istituzione di borse di studio straordinarie, che almeno aiutino i più bisognosi e meritevoli tra gli studenti iblei già iscritti a proseguire gli studi nel capoluogo etneo».

Del resto, gli interlocutori politici hanno sempre detto e ripetuto che i fondi c’erano e ci sono, lasciando intendere che la colpa del naufragio del decentramento sarebbe soltanto della controparte: questa proposta è una sfida a dimostrarlo, tirando fuori concretamente quei soldi e investendoli pur sempre nei giovani, nelle famiglie, in cultura e formazione, in sviluppo del territorio. 

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