ANCORA TAGLI SULLA LINEA FERROVIARIA SIRACUSA-RAGUSA-GELA

Sono entrari in vigore da ieri 11 novembre le “variazioni al programma di esercizio” interessanti la nostra tratta ferroviaria; si tratta d una serie di tagli di treni e relativa modifica dell’orario, decisi e imposti dall’oggi al domani, che nuoceranno notevolmente sulla regolarità del servizio e creeranno disagi a viaggiatori.

Due treni, il Caltanissetta-Comiso, treno pendolari della fascia mattutina, e il Modica-Gela incrociante nella medesima fascia, verranno limitati l’uno a Gela e l’altro a Comiso; i viaggiatori da Gela a Comiso e da Comiso a Gela scenderanno dal treno e prenderanno l’autobus sostitutivo.

Analogo pasticcio si verificherà a Pozzallo, con treni da Modica per Siracusa e da Siracusa per Modica, sempre nella fascia mattutina. La tratta da Modica a Pozzallo e viceversa verrà servita da autobus, mentre tra Pozzallo e Siracusa circoleranno i treni.

Quattro treni dimezzati che vanno ad aggiungersi alla falcidia di treni operata la scorsa primavera e alla chiusura domenicale della linea.

Pare che le motivazioni siano da collegare alla mancanza di mezzi: paradossale, proprio in queste settimane in cui sono arrivati i treni Minuetto momentaneamente impossibilitati a circolare tra Palermo e Punta Raisi per chiusura causa interventi all’infrastruttura.

La verità è che la Sicilia Sud Orientale è ormai alla frutta; anche sulla Gela-Catania si verificano i medesimi provvedimenti, mentre stenta a giungere alla conclusione la firma dell’accordo di servizio tra Regione e Trenitalia, e la Sicilia rimane l’ultima tra le regioni italiane a non avere ancora attuato il passaggio delle consegne. Più il tempo passa, e più Trenitalia smantella, per contenere i costi, ma facendolo, come sempre, sulle spalle delle popolazioni del Sud-Est.

Il 26 ottobre a Palermo l’assessore Pier Carmelo Russo ci ha comunicato che anche le somme già disponibili per la metroferrovia ragusana e la velocizzazione della tratta (i famosi 30 milioni di euro) sarebbero stati ritirati dal governo nazionale.

Occorrerebbe una mobilitazione di tutte le forze del territorio per imporre un diritto alla mobilità e alla libertà di scelta del cittadino, che alle popolazioni iblee viene negata. Occorrerebbe dire basta una volta per tutte alla colonizzazione di questo territorio. Sono parole ripetute tante volte, segno che alla fine lasciano il tempo che trovano.

Noi andremo avanti lo stesso, con i lavoratori, i pendolari, i pochi amici della rotaia, il presidente della provincia, intanto per resistere, ma soprattutto perché la ragione che abbiamo oggi (e che tanti – a parole – ci riconoscono) possa diventare realtà in un domani in cui per necessità tutti saranno costretti a rivalutare forme di mobilità alternative al gommato e al petrolio, pubbliche ed ecocompatibili.

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