“ALTRO CHE STRANAMENTE SILENTI, NOI I PRIMI AD OSTEGGIARE IL BALZELLO”

“Altro che stranamente silenti. Siamo sempre stati noi, i primi, ad opporci, sin dall’iniziale previsione, all’imposizione della tassa di soggiorno. Lo abbiamo detto in tutte le lingue. Siamo stati e continuiamo ad essere contrari”. Così il presidente di Federalberghi Ragusa, Rosario Dibennardo, l’associazione che raggruppa la quasi totalità delle strutture ricettive presenti nell’area iblea, risponde all’affermazione del Consorzio turistico ibleo secondo la quale, sullo scottante argomento, le associazioni di categoria sarebbero state stranamente silenti. “Nessuno spirito di polemica, ce ne guarderemmo bene in un momento simile in cui occorre unitarietà di intenti – aggiunge ancora Dibennardo – ma non si può dire una cosa per un’altra. Almeno per quanto ci riguarda. Sin dall’inizio, infatti, Federalberghi ha valutato come il fumo negli occhi la tassa di soggiorno. Abbiamo chiesto all’Anci regionale, da cui ha preso il via la proposta iniziale, di soprassedere. Le nostre richieste, però, sono rimaste inascoltate. Abbiamo sempre detto, e ci sono i nostri atti ufficiali a dimostrarlo oltre alle dichiarazioni rese nei mesi scorsi, che l’ipotesi della creazione della tassa di soggiorno sarebbe stata da noi osteggiata. E’ chiaro, però, che se alcune Amministrazioni hanno deciso in tale direzione, non possiamo fare nulla se non subire una decisione che, per come la vediamo noi, è stata presa dall’alto. Aggiungiamo, inoltre, che nel momento in cui la decisione è risultata irreversibile, nonostante le nostre indicazioni di segno contrario, abbiamo chiesto agli enti locali di prevedere un apposito capitolo in cui fare confluire i suddetti fondi affinché gli stessi venissero utilizzati per investimenti in campo turistico. Tanto è vero che in alcune realtà locali, vedi Modica, si è pensato di dare vita ad un ente consortile, con la presenza dell’associazione di categoria, che potesse gestire le risorse in questione. Un modo concreto per dare attuazione a questo meccanismo? Incentivare le compagnie low cost ad atterrare a Comiso. Sarebbe un bell’inizio. Se, poi, si vogliono percorrere strade che nulla hanno a che fare con la promozione del turismo sul territorio, nonostante la grande valenza, in potenza, che il comparto può rappresentare, non possiamo fare altro che prenderne atto, stigmatizzando quanto avviene. Ma da qui a dire che le associazioni di categoria sono state stranamente silenti davvero ce ne corre”. 

 

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