È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ALL’ALUNNO DI UN’ORA
24 Mag 2015 10:45
Caro Giorgio,
mi hai fatto un grande regalo racchiuso in poche parole e in poco tempo, un’ora di lezione, una delle tante supplenze che ogni insegnante è chiamato a fare. Tu mi ricordi che quel giorno ho letto nella tua classe una pagina tratta dal libro di Stefano Benni, Bar Sport, e che questa lettura ti è rimasta impressa, ha cambiato qualcosa dentro di te, ha aperto un nuovo orizzonte.
Noi insegnanti siamo come i seminatori ma non sempre viviamo la stagione della raccolta perché i tempi della crescita di ogni persona sono diversi così pure le modalità. Mi viene in mente la parabola evangelica dove si parla dei semi e di seminatori.
“Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda.” (Matteo 13. 3 – 9)
Nei miei anni di insegnamento ho imparato e verificato nel tempo un principio importante: l’insegnamento è sempre minore dell’apprendimento. E tu ne sei un testimone visto che una sola ora di lezione tenuta da un professore sconosciuto ha provocato una sorta di reazione a catena. Questo dovrebbe rincuorare chi insegna nei momenti in cui la stanchezza e le difficoltà trasmettono una sgradevole sensazione di impotenza. Non è così, nel tempo la semina darà i suoi frutti. E’ importante predisporre il terreno, preparare l’humus attraverso una relazione sincera, un mettersi in gioco quotidiano. E poi la passione per quello che si insegna, un vero amore capace di coinvolgere e sedurre.
Caro Giuseppe, nel ringraziarti mi devo scusare con te perché per un mio errore banale ho cancellato la tua mail e quindi il tuo indirizzo. Penso che tu abbia preso il mio dal sito www.lebellepagine.it dove potrai ritrovarlo assieme a questa mia lettera.
In bocca al lupo per la tua vita.
Giovanni Corallo
Corsico, 17.05.’15
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