ALICE VALENTI: QUANDO L’ARTE DEL CARRETTO VIAGGIA VERSO L’ALTROVE

Nipote di uno dei più grandi costruttori di carretti in legno, la sua formazione é avvenuta nella bottega del maestro Domenico Di Mauro.

Per Alice è orgoglio e atto d’amore insieme tramandare il patrimonio decorativo del carro tradizionale, che ancora vive grazie all’ostinazione di pochi collezionisti e rari artigiani.

La sua curiosità verso l’arte popolare siciliana e in particolare la pittura del carretto nasce dopo gli anni universitari trascorsi a Pisa per studiare Conservazione dei Beni Culturali. Al suo ritorno in Sicilia era come  desiderosa di riappropriarsi del territorio, delle tradizioni, del folklore.

Galeotto fu un libro sul carretto siciliano, sfogliando il quale Alice si stupì di trovare il nome di suo nonno, Giuseppe Valenti, tra i più noti costruttori di carri della Sicilia Orientale, citato anche tra i pittori un ultranovantenne ancora attivo ad Aci S. Antonio, che da giovane aveva decorato i carri costruiti dal nonno di Alice e così decise di andare a fargli visita nella sua bottega: era il Maestro Domenico Di Mauro.

Folgorata da quello sfavillio di colori e racconti in quell’atmosfera quieta, chiese al Maestro di poter tornare anche l’indomani e ci rimase per i 5 anni successivi,  imparando l’arte di dipingere i carretti secondo la tradizione. L’esperienza di bottega è stata un momento formativo davvero importante per Alice, sia dal punto di vista pittorico che umano. “Ho imparato la disciplina e la serietà nel lavoro, – sottolinea Alice Valenti – immersa nella quotidianità di una bottega attiva sin dagli anni ’30, frequentata da personaggi bizzarri, carrettieri, turisti, estimatori, Ho imparato il dialetto siciliano. Tante volte ho avuto l’impressione di vivere un momento storico accanto ad un personaggio incredibile, che ancora a 102 anni si alzava dal letto tutti i giorni per dipingere fiero i suoi tremolanti paladini, con un uso del colore che dopo tanti anni non smetteva di stupirmi. Sono stati 15 anni di un’amicizia unica e irripetibile”.

Come artista, sente l’esigenza di dare spazio ad altre esperienze e curiosità, quindi spazia  dalla street art alla fotografia, esperienze che arricchiranno l’artista di nuova linfa al suo personale concetto di “sicilianità”, svincolandosi dai codici ferrei della pittura tradizionale per esprimersi liberamente sia nella forma che nei contenuti. Mi diverte rivisitare le varie forme d’arte popolare, perfino la produzione da souvenir, per creare qualcosa di originale, un punto di vista differente. Naviga tra le ingenue preziosità dei dolci tradizionali e i decori delle mattonelle di ceramica desunti direttamente dalla cultura greca e bizantina; tra gli ex voto e i ricchi finimenti dei cavalli bardati a festa in occasione delle sagre religiose, rintracciando il filo conduttore di un sentimento popolare che ancora sopravvive  nelle viscere di Catania. L’artista vive in una casa-laboratorio nel centro di Catania, le piace l’idea che suo figlio cresca assaporando la dolcezza della vita di quartiere: un’umanità densa e rumorosa, operosa e familiare. Passeggia con lui, le strade sono sporche, gli arredi urbani rotti, i muri scrostati, gli spazi verdi abbandonati quando ad un certo punto viene distratta dal luccichio del sole riflesso sull’oro dei mosaici di un palazzo liberty di rara bellezza,  l’odore penetrante dei carciofi arrostiti sulla strada e il profumo degli agrumi che aleggia nell’aria e Alice è certa di non voler essere in nessun altro posto al mondo.  “A volte mi sembra – sostiene Alice – che basterebbe così poco perché Catania fosse un posto meraviglioso dove vivere”.

Negli anni ha avuto numerose collaborazioni nel campo dell’arredamento, della moda e del teatro. Tra gli ultimi progetti, la realizzazione di alcuni cartelloni per il film “I Cantastorie” di Gian Paolo Cugno, l’etichetta AVERNA Magnum 2016 e 2017, la partecipazione alla Limited Edition dei Frigoriferi d’Autore ideata da Smeg e Dolce & Gabbana.

 

 

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