ALFANO E LA GIUNTA HANNO PERSO LA FIDUCIA DELLA BANCA TESORIERA

Non era sufficiente aver portato il Comune al fallimento, dissestando un bilancio che aveva retto situazioni ben più difficili, ora con grande leggerezza l’amministrazione di centro destra – con il sindaco più attaccato alla poltrona della storia, tenuto inspiegabilmente  ancora in piedi solo da qualche consigliere interessato, – con l’arroganza che lo ha costantemente contraddistinto rompe i rapporti con la Banca Agricola Popolare, che ha svolto da sempre il servizio di tesoreria per il Comune, la quale irrigidendosi chiede l’immediato rientro dell’anticipazione di cassa mettendo a repentaglio anche gli stipendi dei dipendenti tutta la nuova liquidità proveniente da Stato e Regione saranno assorbite dal rientro finanziario imposto dalla banca.

In quadro come quello comisano è quindi urgente e indispensabile bloccare tutte le spese inutili e gli sprechi, perché nonostante il congelamento della massa debitoria dovuta al dissesto, già nel mese di maggio 2012 il Comune con la sola gestione corrente si trova con un deficit di cassa di quasi quattro milioni di euro. 

Nei giorni scorsi abbiamo infatti sviluppato un ragionamento con tutte le forze politiche e civiche alternative ad Alfano e al gruppo che o sostiene, per proporre di attivare una manovra che prevede fra l’altro i tagli della spesa e della politica con un riduzione del 40% delle indennità degli amministratori per i prossimi cinque anni, l’eliminazione di tutte le consulenze a titolo oneroso, l’azzeramento dei dirigenti con il trasferimento delle competenze al segretario generale,  la vendita delle auto blu e di quelle a disposizione degli amministratori, la razionalizzazione dell’uso delle auto di servizio e la riduzione delle spese di carburante, l’eliminazione delle spese di rappresentanza e il blocco di tutte le missioni, dei viaggi e delle trasferte per gli amministratori. A ciò bisogna aggiungere una razionalizzazione delle utenze Enel e telefoniche del Comune che producono spese fuori controllo, il rafforzamento dell’ufficio tasse per aiutare i contribuenti a rateizzare l’arretrato individuando le sacche di evasione che raggiungono il 40% e la revoca della convenzione con la SERIT che sta creando solo problemi ai contribuenti senza produrre entrate. Infine va costituita una task force con un ufficio unico specifico per la partecipazione ai badi regionali, nazionali ed europei che stanno per partire  al fine finanziare attività che possono alleggerire la spesa corrente che grava sul bilancio. Mentre per la gestione dei rifiuti è ormai non rinviabile la gara europea per l’affidamento del servizio che con il ribasso produrrebbe grosse economie per il comune. Con queste attività abbiamo stimato tra risparmi e nuove entrate un alleggerimento del bilancio di oltre due milioni di euro ogni anno.

Non è vero dunque che a pagare il dissesto devono essere solo i cittadini. Un’altra strada c’è basta volerla percorrere! Purtroppo i nostri attuali amministratori sono diretti in tutt’altra direzione.

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