Alberi monumentali d’Italia, 12 sono nel ragusano. Il più imponente a Donnafugata, il patriarca a Modica

Sua maestà è un Ficomagnoloide di 25 metri di altezza e 950 centimetri di fusto, che da oltre 170 anni fa la guardia nel giardino botanico del castello di Donnafugata. E’ l’unico, fra i dodici alberi monumentali presenti nel ragusano, a esser fregiato della proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico.
Il ministero dell’Agricoltura ha svelato il lungo elenco degli alberi monumentali italiani. Nel censimento 2023 sono 4.288, 320 in più rispetto allo scorso anno. Tra i nuovi ingressi c’è l’Acero di Caronia, in provincia di Messina, di circa 1.000 anni con una chioma di circa 550 metri quadrati, tra i più grandi esemplari di acero montano d’Italia; il Castagno di San Francesco da Paola, dedicato all’eremita vissuto nel XV secolo, censito nel Comune di Presilano di Celico (Cs) e riconosciuto monumentale per l’età e le dimensioni (1,2 metri di circonferenza), l’alto valore ecologico e la rarità botanica per fascia fitoclimatica; il Tiglio Sacro di Ospedaletto d’Alpinolo (Av); la sughera di Montalto di Castro (Vt), con una la circonferenza (520 centimetri e una chioma di circa 20 metri; la sequoia gigante di Villa Piazzo di Pettinengo (Bi), con un fusto della circonferenza di 894 centimetri; il Platano di Scopoli, piantato nel 1778 nell’Orto botanico dell’Università di Pavia, alto 45 metri e con un tronco dalla circonferenza di 760 centimetri.

Gli altri magnifici 11 iblei

La Sicila è fra le 18 regioni che hanno catalogato i 320 nuovi alberi monumentali. Oltre al Ficomagnoloide e al suo gemello di Donnafugata, inferiore solo di 50 centimetri di fusto ma uguale in altezza, la provincia di Ragusa conta altri quattro Olivi, quattro Carrubi e un Lentisco.
Nell’elenco è confermata la presenza del gigantesco carrubo di Cammaratini a Modica: 13 metri di altezza per 930 centimetri di fusto, età stimata di oltre 6 secoli, sito in un fondo privato a bordo strada, il cui tronco è caratterizzato da diffuse costolature e da numerose cavità e lesioni. Gli altri carrubi sono anch’essi nel modicano, a Cammaratini-Cava Palombeni, Favarottella e Miglifulo (quest’ultimo alto 12 metri e largo 850 centimetri).


A Chiaramonte Gulfi, in contrada Montesano-Muti, c’è l’Olivo più grande, 17 metri di altezza per 460 centimetri di fusto. Gli altri censiti sono a Chiaramonte (Muti), Ispica (Palazzelli) e ad Acate (Lippia Litteri).


Nella foce del fiume Irminio il Lentisco di 3 metri per 140 cm. di fusto.

In Italia

Le regioni con il maggior numero di alberi monumentali sono Friuli Venezia Giulia (455 esemplari), Sardegna (407), Lombardia (366), Piemonte (319) e Campania (305). Fra i comuni, hanno più alberi monumentali quelli di Napoli (52), Caserta (51), Priverno (48), Palermo (46) e Roma (42).


Le specie monumentali più numerose sono roverella (598 esemplari), faggio (226), platano comune (200), leccio (198), castagno (126), larice (122) e cedro dell’Himalaya (115).

Età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, sono alcuni dei parametri considerati nell’elenco, insieme a importanza storica, culturale e religiosa, il rapporto con elementi architettonici e capacità di caratterizzare il paesaggio in termini estetici e identitari.

“Tuteliamo e valorizziamo lo straordinario patrimonio arboreo che contraddistingue l’Italia da Nord a Sud”, osserva in una nota il ministro Francesco Lollobrigida, ricordando il recente protocollo d’intesa siglato con l’Associazione Nazionale Forestali. “Il censimento e l’inserimento degli alberi monumentali d’Italia nell’Elenco ufficiale rappresenta – prosegue il ministro – un’azione fondamentale di riconoscimento e tutela, che invita a conoscere il nostro territorio anche per far visita a questi ‘patriarchi verdi’, così importanti e caratterizzanti per il nostro paesaggio e le nostre comunità e di cui siamo orgogliosi”.

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