AIELLO: FACCIO UN APPELLO A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE E A TUTTE LE CLASSI POLITICHE.

L’On. Aiello scende in campo anzi non si è mai fermato. Per concretizzare l’iniziativa del 10 dicembre presso il Mercato Ortofrutticolo di Vittoria ha dovuto far fronte a moltissime difficoltà e molti impedimenti affinché l’iniziativa andasse in porto. Ma Aiello imperterrito non si ferma e davanti a una realtà gremita di agricoltori, produttori disperati parla facendo un accorato appello. In questo contesto non vuole assumere nessun ruolo se non quello di essere uno come gli altri, ma con il presupposto di essere tutti insieme per la realizzazione di un coordinamento unitario. Un coordinamento senza supremazia. Dove l’unica bandiera deve essere il territorio.

I suoi ultimi incontri con Mariano Ferro sono stati proficui e con il quale ha ritenuto opportuno esporre alcune ragioni per aggregarsi con altri gruppi motivati da ragioni nobili come il problema serio dell’agricoltura.

“La crisi della nostra economia e delle nostre campagne per cercare di cambiare rotta e indirizzo.

Vittoria assieme alla zona trasformata ha perduto tutto. E’ indispensabile unire le sigle, i partiti, le organizzazioni sindacali. Da soli è possibile sconfiggere questa crisi? La crisi sta avvelenando tutta l’economia siciliana. Chi è attento a queste cose deve essere consapevole. Io ho voluto dare il segnale nel mio piccolo per la questione agraria. Disponibilità è apertura. Com’è possibile pensare di poter bloccare la Sicilia? Sbagliato. Tutti devono essere disponibili a lottare”.

Il suo appello accorato è rivolto a tutte le classi politiche della città: “Ho invitato anche l’amministrazione comunale senza alcun riscontro”. 

“Purtroppo siamo consapevoli di venire incontro alla storia di 25 anni di politica agraria europeista. Ci hanno fatto credere che le politiche del sud sono moderne, invece non lo sono. Il prodotto marocchino avanza e risulta essere nazionalizzato. Ci sono quote di prodotti che entrano a dazi infimi. Il risultato? Persino i prodotti spagnoli sono morti prima di noi.

In questo modo si assiste al declino e fine della piccola e media impresa. Perché le piccole e medie imprese muoiono? L’unica vera motivazione è la crisi dei prezzi. Si parla di finanza e non si parla di aziende che muoiono”.

Una città scomposta non ce la può fare.

Come riuscirà a cambiare rotta? Si va alla ricerca dell’unità che non esiste più a Vittoria. Esistono gruppi e sottogruppi tra le diverse concorrenze. Se il nostro territorio diventa forte e potente possiamo innescare un meccanismo. In riferimento all’accordo euro-marocchino abbiamo avuto dei deputati che in commissione europea hanno votato contro, uno tra questi è l’attuale presidente della regione Sicilia al quale dobbiamo chiedere coerenza sulla negatività del voto. Crocetta ha votato contro affinché ci siano procedure consequenziali. Eppure il prezzo si gestisce e si fa al Cairo, in Marocco, non più nei nostri mercati.

Se non siamo uniti non riusciremo a chiedere alla politica quella legittima coerenza a difesa dei produttori”.

Questa è una battaglia dei disperati. In queste condizioni dogane e frontiere sono completamente abbandonate.

Se a Bruxelles comanda la grande distribuzione e come conseguenza esiste l’accordo euro-marocchino, come facciamo dalla Sicilia a farci sentire? Abbiamo bisogno di alzare la testa e avere la forza di renderci conto che tutto è eccessivamente grande e l’unica soluzione per affrontare tutte queste complicazioni è l’unione dei territori. L’unica regola è quella di non recare danno al produttore. Bisogna mettere da parte le ideologie ma se siamo divisi questo territorio muore. Dobbiamo muoverci assieme per affrontare la problematica di sviluppo. Questa è l’unica carta che va giocata sul terreno della battaglia democratica. Faccio un appello alle organizzazioni agricole. Uniti dentro lo stesso fiume. Se siamo insieme qualcosa possiamo fare. Uniti nel territorio. Occorre dare un contributo all’unità. Il Mezzogiorno è stato fin troppo disunito a differenza del Nord.  Dobbiamo muoverci per far risorgere la Sicilia poiché la Sicilia non deve morire e la nostra città va rimessa in piedi.    

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