AGRICOLTURA IN GINOCCHIO CON AZIENDE IN FALLIMENTO

Mentre a Bruxelles delegazioni di Amministratori regionali, provinciali e locali chiedono aiuto all’Unione Europea per questo comparto agricolo quasi alla bancarotta, i Comitati in rete locali occupano pacificamente le sedi delle province regionali per far sentire la loro voce ed i loro lamenti per questa situazione di assoluta gravità nella quale migliaia e migliaia di aziende rioschiano di chiudere e le famiglie intreressate di andare letteralmente in fallimento. Si tratta di una delle più dure crisi del comparto che prende in prestito quella mondiale che com’è noto ha creato il crollo della domanda e quindi dei prezzi che sono per nulla remunerativi; Derrate alimentari, frutta, verdiura, prodotti della caseificazione, ma tutto il settore agricolo non reggono più l’urto di una profonda situazione di disagio e di difficoltà che minaccia ulteriori situazioni di gravità. Manca anche un’altra analisi che invece andrebbe fatta e che è quella  della lunga, lunghissima filiera dei prodotti che quasi sempre diventa speculativa. Non si capisce infatti come il doro,peperoni,zucchine, melanzane, frutta,  derrate alimentari prima di arrivare ai consumatori devono fare un “giro” strano e lungo passando per quattro, cinque “mani” e con aumenti che nel rattempo lievitano del 300- 400 per cento e forse anche più laddove al produttoire restano solo le briciole. Sappiamno che i prodotti della grande distribuzione fanno migliaia e migliaia di chilometri prima di arrivare alla vendita. Prendiamo ad esempio il pomodoro prodotto nella provincia di Ragusa. Viene pagato quattro soldi al produttore, va nelle piattaforme del nord e ritorna anche nella provincia di Ragusa; Nel frattemopo il prezzo è lievitato enormemente. Ma questo è che uno dei motivi della crisi, certamente molto importante; ma assieme al problema della filiera c’è quello della commercializzaione, dei mercati all’inrgrosso, di quelli periferici e di quelli più e meno importanti. Bisogna metter mano a questa situazione modificando alla radice tutte le sfasature del settore per ricondurlo ad una dimensione accettabile, umana, remunerativa.La crisi generale è una delle cause della grave situazione, ma noin è l’unica. Bisogna rifare tutto con altre regole rispetto a quelle attuali. In caso contrario la crisi sarà ancora più dura e le conseguenze ancora più drammatiche.
Laura Curella

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