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AEROPORTO DEGLI IBLEI DIGIACOMO SCRIVE ALLE ISTITUZIONI
08 Dic 2010 14:43
L’on. Pippo Digiacomo ha inoltrato oggi una lettera ai governi regionale e nazionale e a tutte le istituzioni per confermare l’incatenamento del 16 dicembre a Roma in segno di protesta contro la mancata firma del decreto di apertura dell’aeroporto di Comiso. Si riporta per completezza d’informazione il testo integrale della lettera:
“Mio malgrado sono costretto a ripetere l’azione clamorosa del 26 luglio: allora m’incatenai davanti ai cancelli dell’aeroporto di Comiso (già Pio La Torre), il 16 dicembre ripeterò questo gesto incatenandomi ai cancelli del Ministero dei Trasporti. Infatti, mentre sembrerebbe alla firma il dispositivo che risolverebbe una stucchevole questione di sedime, l’aeroporto di Comiso, pronto da mesi e mesi, è ancora sprovvisto del decreto che ne sancisce l’apertura al traffico passeggeri e merci, con relativo accollo delle spese per Vigili del Fuoco e controllori di volo a carico dello Stato (come del resto avviene in tutti gli altri aeroporti italiani). Inoltre, dal 2007 l’infrastruttura (tra le più belle e moderne del Mezzogiorno) è dotata di una società di gestione, la Soaco, ben capitalizzata che si ritrova davanti alla porta una fila di vettori interessati a portare i loro aerei a Comiso ai quali non si possono dare risposte certe, col rischio di perdere ancora un’altra stagione estiva. Questa perdita viene considerata come una iattura da tutta la classe dirigente siciliana, di qualsiasi colore o schieramento politico. C’è stato, è vero, il fattivo interessamento di alcuni amministratori locali e dei deputati regionali e nazionali della nostra provincia. Bisogna dare atto all’on. Nino Minardo d’essere riuscito a far votare in aula – con l’appoggio di tutti i parlamentari siciliani – un emendamento cospicuo per la copertura delle spese Enav; così come al Presidente della Regione on. Raffaele Lombardo, d’aver impedito l’iniquo tentativo di declassamento della struttura. Ma non c’è stato verso: l’aeroporto di Comiso chiuso era e chiuso rimane. Sarebbe successa la stessa cosa in Lombardia o in Veneto? Tuttavia, se la firma dei tre Ministri – gli onorevoli Matteoli, La Russa e Tremonti – fosse apposta prima di giorno 16 p.v. sarei felice di ritirarmi in buon ordine. Non mi sono mai piaciute le piazzate fini a se stesse. Con rammarico confermo che siamo riusciti a trasformare l’aeroporto di Comiso da fiore all’occhiello del Mezzogiorno d’Italia a vergogna nazionale. Quindi, per la seconda volta, arrossisco ma m’incateno”.
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Fin quì l’on.le Digiacomo la cui iniziativa noi sosteniamo nel merito ma anche purtroppo nel metodo; e lo diciamo con con qualche piccolo rincrescimento perché quando si “costringe” una persona seria qual è il parlamentare ibleo all’Ars (ritenuto a ragione il padre dell’aeroporto) ad additare alla pubblica opinione in modo così clamoroso e “plateale” la strafottenza di alcune istituzione e di alcuni personaggi che farebbero bene a vergognarsi, per un mancato diritto del territorio ad avere lo scalo aereo, significa che siamo davvero alla frutta. Franco Portelli
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