Addio al maestro Franco Cilia, l’artista ragusano della trasfigurazione allusiva

Aveva inscenato a teatro il suo funerale, quasi a voler ingannare la morte e a parlare di vita. Ma stavolta nessun inganno, la notizia è purtroppo vera. A Ragusa all’età di 83 anni, è morto il maestro Franco Cilia, una figura di spicco nell’arte e nella cultura siciliana. Una malattia l’ha portato via, strappandolo all’affetto dei familiari e degli amici, dopo settimane di sofferenze. La sua carriera artistica ha preso il via negli anni ’60, quando Cilia ha intrapreso una profonda esplorazione della psiche umana attraverso la pittura e la scultura. La sua ricerca si è concentrata sulla frantumazione dell’Io e sul complicato rapporto tra l’uomo e il suo doppio. Le sue opere, ispirate alla visione immaginativa di Turner, sono diventate una sorta di viaggio psicologico che ha affascinato gli spettatori, portandoli a scrutare oltre il visibile.

La versatilità di Cilia è stata evidente fin dall’inizio, con una ricerca parallela tra pittura e scultura. Nel corso degli anni, ha svelato il mistero antropomorfo delle pietre della terra iblea, esplorando l’anima siciliana attraverso la sua arte. Negli ultimi decenni, il Maestro ha ampliato il suo repertorio, sperimentando con materiali come legno, ferro e acciaio, creando monumenti che testimoniano la sua evoluzione costante.

Oltre a essere un maestro nell’arte visiva, Cilia si è distinto anche come scrittore. Nel decennio degli anni ’70, la sua penna ha abbracciato sia l’articolo di critica e di costume che l’invenzione letteraria. Gli anni ’80 sono stati caratterizzati dal ciclo della “trasfigurazione allusiva”, un periodo in cui le opere del Maestro hanno ottenuto riconoscimenti in varie città internazionali.

Il decennio successivo ha segnato una svolta nella ricerca formale di Cilia, con un focus particolare sulla risoluzione della figura in elementi cromatici e dinamici, esplorando il divenire sociale, cosmico e psichico. La sua sperimentazione letteraria ha continuato a evolversi, affrontando tematiche filosofiche ed esistenziali.

Negli ultimi anni, il Maestro si è immerso in un nuovo ciclo di opere, con il cielo e la sua luce cosmica come protagonista. La dissolvenza delle forme e il prevalere del colore puro sono diventati le caratteristiche distintive di questa fase artistica, acclamata da critici e collezionisti di tutto il mondo.

Oltre alle opere visive, Cilia ha regalato al pubblico performance recitative memorabili. Tra queste, “Processo a Cilia” è stata un’esperienza straordinaria, un atto d’accusa contro sé stesso, un’affascinante riflessione sulla vita e la morte attraverso l’arte, che ha persino portato in scena il proprio funerale.

Le opere di Cilia sono presenti in musei e collezioni private in tutto il mondo, da Sao Paulo a New York, confermando il suo impatto globale. La sua eredità artistica rimarrà un faro di ispirazione, trasmettendo la sua passione per l’arte e la ricerca alle generazioni future.

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