Addio a Pippo Baudo, il grande siciliano della televisione italiana

Addio a Pippo Baudo, il grande siciliano della televisione italiana. Se n’è andato Pippo Baudo, e con lui si chiude un capitolo enorme della storia della televisione italiana. A 89 anni, il presentatore nato a Militello in Val di Catania ha lasciato questa terra così come l’aveva percorsa per tutta la vita: con discrezione e con la grandezza di chi, in fondo, non ha mai smesso di appartenere alla sua Sicilia. Era il 7 giugno del 1936 quando Giuseppe Baudo veniva al mondo tra le colline catanesi. Da lì, quel ragazzo alto e ironico, con lo sguardo un po’ sognatore, avrebbe preso il volo per diventare il volto più familiare degli italiani. Laureato in Giurisprudenza, scoprì presto che il suo destino non era quello delle aule di tribunale ma dei palcoscenici, della musica, della parola detta davanti a un pubblico. A Palermo, con la “Caravella dei successi”, arrivò il primo passo. Poi, da quel momento, la scalata non si fermò più. Baudo è stato molto più che un conduttore: è stato il **“papà” della televisione di intrattenimento**. Dai varietà come *Settevoci* e *Canzonissima*, alle serate evento, fino al dominio incontrastato dei palinsesti del sabato sera con *Fantastico*, senza dimenticare il regno di *Domenica In*. E poi, il palco che più di tutti porta il suo nome: **Sanremo**. Lo ha condotto per tredici edizioni, battendo ogni record, trasformandolo in uno spettacolo che parlava non solo di musica ma anche di costume, di cultura popolare, di un’Italia che cambiava sotto i riflettori. Ma forse la vera magia di Pippo Baudo non era tanto nei programmi che guidava con passo sicuro, quanto nella sua straordinaria capacità di scoprire talenti. È stato lui a presentare al pubblico intere generazioni di artisti: da Lorella Cuccarini a Heather Parisi, da Giorgia a Laura Pausini, da Andrea Bocelli a Fabrizio Moro. E ancora, Milva, Mietta, Anna Oxa, Giuni Russo, Beppe Grillo, Barbara D’Urso, Elio e le Storie Tese. Un’interminabile lista di voci e volti che hanno scritto la storia della musica e della televisione, e che a lui devono il primo passo, la fiducia iniziale. Baudo non ha mai reciso il legame con la sua terra. La Sicilia era parte di lui, del suo carattere diretto, del suo modo di dire le cose senza giri di parole. Negli anni Duemila tornò addirittura a guidare il Teatro Stabile di Catania, come a voler restituire alla sua gente parte di quello che aveva ricevuto. Sempre fiero delle proprie origini, portava in ogni intervista il ricordo della sua infanzia tra i vicoli di Militello e parlava della Sicilia con orgoglio, consapevole di essere uno dei volti che l’avevano resa celebre nel mondo. C’è un’immagine che resterà scolpita nella memoria di molti: Baudo al centro del palco, con quella sua voce baritonale, sicura, che dice “L’ho inventato io” per scherzare con gli ospiti, e che subito dopo diventa accogliente e calda, capace di mettere chiunque a proprio agio. Era questo il suo dono: **far sentire il pubblico a casa, davanti alla televisione, e gli artisti protetti sul palco**. La sua scomparsa lascia un vuoto che va oltre lo spettacolo. Pippo Baudo è stato la voce di un’Italia che sapeva ancora radunarsi davanti alla TV per condividere emozioni, e per la Sicilia è stato l’emblema di come il talento nato tra i vicoli di un piccolo paese possa arrivare a illuminare tutta la nazione. Con lui se ne va l’ultimo dei grandi “signori della televisione”. Ma restano i ricordi, i programmi che hanno fatto storia, e soprattutto i tanti artisti che oggi continuano a brillare grazie a quel siciliano che, con eleganza e carisma, aveva visto in loro il futuro.

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