Accreditamento servizi sociali Scicli, critiche anche da Anffas Modica che chiede l’annullamento

Anche l’Anffas onlus Modica, dopo avere preso atto delle critiche provenienti dai vertici di Confcooperative Ragusa, stigmatizza la scelta del Comune di Scicli di non coinvolgere il mondo del terzo settore in generale nella redazione del nuovo bando per l’accreditamento. Un coinvolgimento che, tra l’altro, prende le mosse dalla nuova legge sulla riforma del terzo settore in cui si parla chiaramente di co-progettazione e co-programmazione. “Leggendo il bando – sottolinea il presidente di Anffas Modica, Giovanni Provvidenza – si evince che si fa riferimento anche all’accreditamento dei centri diurni per disabili. 


“Dal bando, inoltre – prosegue ancora Provvidenza – si capisce che non sono messi in pratica i veri fabbisogni della popolazione che ha bisogno di questi servizi per non parlare del fatto che sembra non si conoscano le associazioni presenti sul proprio territorio comunale, da quelle di promozione sociale a quelle di volontariato. Questo fa comprendere che l’amministrazione comunale di Scicli non ha mai ascoltato le realtà presenti nell’ambito cittadino ma anche quelle che non sono presenti e che, però, pur agendo all’esterno del territorio comunale, si occupano di persone residenti a Scicli. Anche l’Anffas di Modica, ad esempio, conta degli associati a Scicli che usufruiscono dei nostri servizi”.


Il presidente Provvidenza aggiunge: “Abbiamo presentato al Comune diverse proposte, diverse pec sono state inviate al protocollo, proprio per rappresentare problematiche analoghe, ma mai sono state prese in considerazione. Tutto ciò ci fa comprendere che non c’è una cultura dell’ascolto per quanto riguarda il terzo settore. In più, il Comune di Scicli, pur avendo deliberato, come hanno fatto gli altri Comuni del distretto socio-sanitario 45, lo schema della convenzione Onu delle persone con disabilità, non ha mai preso atto dei contenuti come, invece, sarebbe necessario fare. Ecco perché chiediamo che il bando sull’accreditamento sia annullato e che, piuttosto, il Comune ascolti la parte sociale operante nel proprio territorio dando vita a quei percorsi sul fronte della co-progettazione e della co-programmazione che si rendono necessari per fornire un sostegno a chi ne ha davvero bisogno”.


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