ABOLIZIONE DELLE PROVINCE:; SUPERAMENTO DEGLI ORPELLI ISTITUZIONALI

Il dato che certamente emerge e a cui va dato atto di essere prioritario, è il modo costante e propositivo con cui il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle ha operato nei confronti dell’esecutivo regionale e del presidente Crocetta affinché si desse seguito all’abolizione della componente politica e dunque con la conseguente riduzione dei costi che deriveranno dalla soppressione delle Province. Già si è avuto un primo tangibile risultato con l’azzeramento degli esecutivi provinciali, e le nomine dei commissari che hanno assorbito i ruoli di presidente, giunta e consiglio provinciale. Un risultato che in un periodo di spending review, e di costanti riduzioni dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione agli enti locali, risulta una salubre boccata di ossigeno, a cui non si poteva rinunciare, nonostante i tempi per varare questo provvedimento siano stati lunghi, e in alcuni momenti si sono ulteriormente diluiti con precise responsabilità. L’operazione condotta dunque è andata assolutamente in linea con quanto annunciato, programmato e reso esecutivo dal Movimento Cinque Stelle che ha da subito intuito l’esigenza di essere pratici nell’abolizione di costi e orpelli istituzionali ormai superati. L’attesa, adesso, è rivolta a quali provvedimenti metterà in campo la Regione per far funzionare i nuovi enti a cui vanno assegnate le competenze. E proprio su questo aspetto, le perplessità sono tante, soprattutto se riferite, in modo circostanziato, a ciò che riguarderà da vicino i comuni del territorio ibleo. Comprendiamo perfettamente che al momento non si hanno atti compiuti da parte della Regione, ma ci piacerebbe sapere quali i tempi che si prospettano, al di là di quelli ipotizzati sinora, affinché ciascun comune cominci a pensare, anche in termini di programmazione, non più in modo singolo, ma come appartenente al libero consorzio dei comuni? Vorremmo sapere in che modo e quali le strategie da realizzare per l’assorbimento di tutto il personale che al momento è impiegato all’interno della Provincia regionale di Ragusa e che ha sinora svolto determinate mansioni, e sarà chiamato a svolgerne altre. In questo caso la Regione prevederà una sorta di formazione professionale o si andrà a briglia sciolta? Inoltre, ci chiediamo se nella successiva fase si può prevedere il coinvolgimento dei sindaci che andranno a formare i liberi consorzi, affinché possano dare il loro apporto, in termini di organizzazione amministrativa, per gestire personale e servizi, su cui rimangono diverse perplessità in ordine alla gestione delle strade di pertinenza provinciale, ai tanti servizi che sinora sono stati gestiti ed erogati dalla Provincia? Infine, sappiamo perfettamente che la provincia di Ragusa ha da sempre subito una marginalità territoriale dovuta anche alla carenza infrastrutturale, non vorremmo che la creazione delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, la acuisse maggiormente, con il rischio di trovarci ad essere relegati, insieme ad altri liberi consorzi siciliani, anche in una marginalità amministrativa-gestionale, che sarebbe la nostra fine. E su questo chiediamo rassicurazioni.

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