‘A SALUTI, LA PRIMA COSA”

 

 “Non siamo più bambini, non ci serve il latte al mattino”. Il commento di uno dei numerosi intervenuti al convegno siracusano sull’alimentazione, sintetizza quanto scientificamente esposto dalla biologa nutrizionista, Maria Agnello. Con la sua chiara esposizione ha approfondito concetti che le persone hanno assimilato consapevolmente. L’happening, organizzato dal ricercatore indipendente, Peppe Padula, supportato da Cetty Bruno, figlia dell’indimenticato artista Nunzio, adesso direttrice del museo etnografico locale, ha dipanato molti dubbi. “C’è un collegamento fra malattie e alimentazione – ha premesso la Agnello – . Il consumatore deve prendere atto di quanto sta accadendo. Ci sono sempre più forti segnali della ricerca scientifica. Un alimento può fare regredire o, all’opposto, incentivare una patologia. Dobbiamo rivolgerci a frutta, legumi, riso, farro, chicchi non trasformati. Non tutti possono fare una scelta vegetariana o vegana. Raccomandiamo la prevalenza del vegetale sulle proteine animali”. Forte di nomi come Veronesi, la Agnello riconosce come sia difficile rinunciare alla carne. “Il nostro fegato spreca molte energie nella digestione delle fibre animali – ha asserito – ma bisogna vedere quanta frutta e verdura inserisco nella mia dieta. Queste possono mitigare gli effetti dannosi delle proteine animali”. Problema bibite gassate: “Lo sciroppo di fruttosio e glucosio, predispongono a diabete e acidi che possono destabilizzare il sistema immunitario. Le più famose bibite gassate possono incidere negativamente Dna”. Sul banco degli imputati anche merendine, cibo spazzatura per i bambini, e alcol. Tutto ciò non può essere accostato alla dieta mediterranea: “La vera dieta mediterranea è ricca di legumi e verdure – ha continuato – . Possiamo inserire pure la pasta, purché integrale. Il glutine, inoltre, va fortemente limitato poiché produce effetti collaterali sul sistema immunitario e sull’assorbimento intestinale di altri nutrienti”. La serata ha raccolto testimonianze drammatiche, riunito persone che hanno voluto cercare qualcosa che “potesse andar oltre” alle soluzioni tradizionali. Non sono mancati momenti di autentico pathos. Importante l’apporto del museo Etnografico di Nunzio Bruno. “Siamo presenti sul territorio – ha detto la moderatrice Cetty Bruno – perché abbiamo da sempre sostenuto il “mangiar povero”. Abbiamo condiviso l’operato di Peppe Padula, sensibile e indipendente ricercatore floridiano, che, senz’alcun aiuto, ha sperimentato su se stesso teorie oggi accettate in ambito scientifico. Lui ha deciso di donare le sue esperienze agli altri, dopo aver selezionato medici sempre più sensibili alla questione. Come operatore culturale della nostra realtà, mi sento di dover portare avanti principi che mio padre, legato ai principi della terra, alla semplicità dell’alimentazione, non ha mai abbandonato. Il piatto povero, il legume, i semi, di cui la nostra terra è generosa, troppo spesso sono erroneamente negletti.

 

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