A Ragusa la nuova caccia all’untore per individuare lo studio di professionisti i cui componenti sono risultati positivi

E’ scattata una nuova caccia all’untore a Ragusa città. E’ incredibile, ma appena si ha la notizia di un contagio, scatta una sorta di psicosi o forse l’innata curiosità che alcune persone hanno, con l’obiettivo quasi di marchiare a fuoco chi è risultato positivo. Dopo il caso a tutti noti del macellaio, adesso c’è la frenesia di scoprire quale sia lo studio di professionisti all’interno del quale 7-8 persone sono risultate essere positive al coronavirus covid-19. Tra loro anche un bambino di 4 anni. Come ha spiegato il manager Asp, Angelo Aliquò, in una intervista televisiva, si tratterebbe di persone che lavorano all’interno dello stesso studio professionale. Stando alle voci di corridoio sarebbe uno studio di commercialista.

L’Asp sta intrecciando i vari controlli. E’ iniziato tutto da una coppia che opera nello studio professionale. Via via si sono appalesati gli altri casi, ha spiegato il manager. Massima attenzione resta anche sulle case di riposo. “E’ una delle mie preoccupazioni – commenta Aliquò – Temavamo che ci potesse essere qualche caso di positività in ospiti anziani dentro le case di riposo. Per fortuna finora sono solo 3. Il primo di qualche giorno fa, che era stato ricoverato a Modica, e a quel caso si sono aggiunte altre due persone, tra l’altro una di queste è un congiunto del primo caso, che abbiamo deciso di ricoverare per maggiore precauzione. Resta in verità da capire come si siano contagiate queste tre persone considerato che abbiamo fatto i tamponi alle altre 89 persone che ruotano attorno alle strutture per anziani tra loro collegate e sono per fortuna tutti negativi. Ma allora i tre come sono stati contagiati?”.

Il manager sottolinea anche che si sta lavorando con i tamponi il più possibile proprio per monitorare la situazione. Ma resta l’appello a non abbassare la guardia. Un appello simile era stato lanciato sui social anche dal sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, proprio dopo aver appreso la notizia del gruppo di persone contagiate in città.
“La notizia di una crescita consistente del numero di contagiati sul nostro territorio – ha scritto sui social il primo cittadino – ci dice però chiaramente che la cosiddetta fase 1 non è finita e che la fase 2, ormai prossima, è assolutamente delicata. Con l’allentamento delle rigide misure di contenimento ognuno di noi è chiamato a una responsabilità ancora maggiore, verso se stessi e gli altri. Questo virus è un nemico subdolo che si nutre delle nostre distrazioni, della nostra superficialità, della nostra eccessiva sicurezza; ma non è invincibile. Tocca ancora a noi”.

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