A RAGUSA LA CHIUSURA DEGLI AMBULATORI PER MIGRANTI

Da modello positivo a esempio negativo in Sicilia: così l’ASP di Ragusa potrebbe definirsi all’indomani della chiusura dei cinque ambulatori per migranti cosiddetti irregolari.

“É un fatto grave che va non taciuto ma fortemente stigmatizzato”. Così commentano in una dichiarazione congiunta Giovanni Avola, segretario generale CGIL Ragusa, e Giuseppe Scifo, responsabile Dipartimento Immigrazione CGIL Ragusa.

“Si tratta altresì di un atto inqualificabile che annulla funzioni e servizi fondamentali per l’accoglienza e la condizione medico-sanitaria di cui necessitano coloro i quali hanno la “colpa” di essere tacciati come clandestini piuttosto che persone con dignità e diritti – continua il documento della Cgil – ancora una volta, per giustificare tagli e smantellamento di servizi socio-sanitari essenziali per il territorio, i vertici ASP si trinceranno dietro cavilli burocratici con l’intento ragionieristico di far quadrare i conti in bilancio mentre continuano prebende, sperperi e privilegi. Tutto ciò è inammissibile, specie per una realtà come quella ragusana che della politica dell’inclusione e dell’accoglienza ne ha sempre fatto un punto di forza e non già di debolezza”.

“Non siamo stati e non siamo disposti a rimanere in silenzio per tutto ciò che si consuma contro il diritto costituzionale alla tutela della salute specie per i soggetti più bisognosi e indifesi, quali certamente i migranti sono”.

“Per queste ragioni – concludono Avola e Scifo – chiediamo con forza che in tempi celeri l’ASP di Ragusa, in sinergia con i vari Enti preposti, si attivi con azioni amministrative efficaci e virtuose tra cui la (riattivazione delle convenzioni a progetto con i medici di madre lingua) affinché si ripristini il servizio ambulatoriale di assistenza sanitaria ai migranti in tutto il territorio provinciale”.

 

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