A Ragusa, il rito dell’unzione degli infermi

Un rito semplice. Ma molto significativo. Per garantire sostegno a chi soffre. La santa messa per i malati con il rito dell’unzione degli infermi svoltasi ieri al santuario del Carmine si è tenuta sotto il segno di Santo Spiridione. L’iniziativa voluta dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa è stata salutata con estremo favore dai fedeli che hanno partecipato con estremo trasporto a una iniziativa di condivisione spirituale nei confronti di chi ha bisogno, di chi sta attraversando un momento difficile perché malato.

“E’ stato un momento molto bello – spiega don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio per la Pastorale della salute – e sono soddisfatto che, anche quest’anno, si sia riusciti a mantenere viva questa tradizione con il rito dell’unzione degli infermi. Il santo pastore Spiridione si addormentò nel Signore nell’anno 348 e fu sepolto nella chiesa dei Santi Apostoli a Trimithonte.

Il suo corpo è diventato un oggetto di meraviglia perché ancora oggi mantiene la flessibilità della carne viva, emanando un dolce e soave profumo. Moltissimi miracoli sono attribuiti alla sua intercessione dinanzi al trono di Dio. La sua tomba, infatti, è divenuta luogo di pellegrinaggio.

Per evitare che cadessero nelle mani degli infedeli, le spoglie furono trasportate prima a Costantinopoli e poi in Serbia. Ora si trovano nell’isola di Corfù in Grecia. Spiridione è anche chiamato “santo che cammina” perché le pantofole di seta che ricoprono i suoi piedi si consumano ogni anno e sono sostituite il giorno della festa”.

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