A PROPOSITO DI QUETZAL…

E’ in corso da alcuni giorni una campagna mediatica alimentata da alcuni signori e ripresa da alcuni giornalisti ai quali non è parso neanche vero di trovare argomenti apparentemente validi per attaccare il Sindaco. Mi riferisco alle vicenda della cooperativa Quetzal ed al licenziamento di tre lavoratrici di cui io sono il primo ad essere dispiaciuto ma alle  quali non posso non  rimproverare il tentativo maldestro e provocatorio di dare voce e visibilità alla loro protesta cercando impropriamente di tirare in ballo il Sindaco, le sue parentele, il suo partito.

Non intendo entrare nel merito delle vicende che hanno ultimamente interessato la cooperativa Quetzal. Sta ai suoi dirigenti dare la versione dei fatti e, a mio parere, ci hanno perso pure tempo! Quello che tuttavia è noto a tutti è che all’interno di questa cooperativa si sono create negli ultimi anni delle divergenze in merito alle strategie  aziendali, alla scelta dei dirigenti, al reale rispetto dell’ispirazione iniziale e delle motivazioni di fondo ( commercio equo e solidale ) che ne hanno segnato la nascita e la seguente attività. Tale conflitto ha determinato il consolidarsi di due schieramenti contrapposti che ha coinvolto in pieno anche le lavoratrici, alcune delle quali stavano da una parte, mentre alcune stavano dall’altra.. Il sottoscritto, stante  i rapporti di amicizia con molti dei soci e dispiaciuto di quanto stava accadendo, a titolo puramente personale ha cercato, ogni qualvolta gli è stato chiesto, con estrema discrezione trattandosi di dinamiche interne ad una azienda privata, di dare un contributo positivo e spesso ha dovuto prendere atto che alcune fratture apparivano insanabili, come dimostrano anche le denunce e le conseguenti  ispezioni di vario tipo che la cooperativa ha ricevuto e il cui esito non è ancora noto . Ma ribadisco che si è trattato  (e non poteva essere altrimenti ) che di interlocuzioni di carattere personale che nulla avevano a che fare col mio ruolo di Sindaco.

Per questo alcuni mesi fa sono rimasto molto sorpreso e turbato quando qualcuno, aderente al Pd, che fino a quel momento non mi risulta avesse mai posto né al partito, né al sottoscritto il problema di una più decisa  difesa del posto di lavoro quando  decine e  centinaia di lavoratori in questi anni, a causa delle ben nota congiuntura economica negativa , sono stati licenziati, ha preteso, sol perché fra i lavoratori c’era un suo congiunto, che si intervenisse nelle vicende interne ad una azienda sposando una posizione a scapito di un’altra. E lo ho fatto non col garbo e la delicatezza di chi è consapevole che sta  chiedendo al  partito e al Sindaco  di interessarsi di una causa legittima ma pur sempre personale, ma con piglio  arrogante e presuntuoso e financo ricattatorio, minacciando di lasciare il partito,  di lasciare il sindacato ,   di passare all’opposizione, ecc. In particolare,  pretendeva che il sottoscritto mettendo insieme, in un connubio questo sì fortemente discutibile,  la sua autorevolezza istituzionale, i suoi legami parentali con  qualche  dirigente  e la sua  presunta vicinanza “politica” con la cooperativa, entrasse a gamba tesa nelle vicende interne di una azienda privata imponendo le scelte che lui in quel momento riteneva giuste nella gestione aziendale.. Se non l’avessi fatto avrebbe avviato una campagna denigratoria contro il sottoscritto presagendo addirittura una crisi dell’Amministrazione ed elezioni anticipate!  Già i toni ed i metodi, a prescindere dal merito, erano talmente inaccettabili da suggerire di troncare ogni interlocuzione; pur tuttavia, ribadendo sempre che non era nel mio stile né nei miei poteri imporre scelte aziendali a chicchessia e cercando di comprendere lo stato d’animo ed il coinvolgimento emotivo degli interessati, al fine di scongiurare ogni esasperazione, il sottoscritto insieme ad altri amici hanno accettato di ascoltare, di spiegare, di mediare partecipando ad incontri e riunioni e recandosi persino a casa degli interessati, cercando sempre e comunque di spiegare che non era corretto confondere e mischiare livelli politici, livelli istituzionali, livelli personali. Evidentemente  è stato un errore visto che nel momento in cui  la cooperativa,  ha deciso di licenziare tre lavoratrici (scelta di cui  dal punto di vista economico e gestionale ne risponde la dirigenza della cooperativa ma che dal punto di vista “politico” non  ho esitato a definire quantomeno inopportuna atteso che oltre alla perdita di tre posti di lavoro essa  avrebbe dato spazio a strumentalizzazioni e ad un ulteriore esasperazione degli animi ) questa mia disponibilità viene ora utilizzata per accusarmi di complicità !

Ora che la campagna denigratoria,  è stata avviata in tutta la sua virulenza, quello che meraviglia non è il comportamento degli interessati, sia perché lo avevano chiaramente preannunciato e minacciato, sia perché si può comprendere una insufficiente lucidità di analisi della situazione da parte di chi  ha vissuto e vive tuttora un conflitto profondamente lacerante. Se cosi non fosse non si capirebbe ad esempio perché queste lavoratrici che giustamente difendono il diritto al posto di lavoro, non sentano pure il dovere di riconoscere che se in questi anni hanno avuto garantita l’occupazione non è stato perché hanno vinto un pubblico concorso ma perché alcuni di quelli che oggi vengono additati al pubblico ludibrio ieri, pur avendo un loro lavoro,  hanno dedicato tempo  e denaro, senza ricavarne profitto alcuno anzi spesso rimettendoci di tasca propria, per dare vita ad un’esperienza che coniugasse solidarietà, impresa e lavoro (operazione pienamente riuscita fin quando sono scoppiati i dissidi interni e che mi auguro  possa essere di nuovo credibilmente e coerentemente perseguita non appena superata questa fase critica ).

 Meraviglia molto di più, invece la disinvoltura con cui  certa informazione ha accettato ricorrendo ad illazioni, sottintesi, sospetti,  di utilizzare una  vicenda interna ad una azienda privata per attaccare il Sindaco reo di essere parente o amico di alcuni componenti la cooperativa, strumentalizzando così le lavoratrici ed il loro disagio per “montare un caso” il cui obiettivo solo gli sprovveduti  possono credere essere  la  difesa dell’occupazione!

 Ma quello che veramente mi indigna  e che segna il livello infimo e vergognoso  a cui ormai si sta riducendo  il confronto e la critica politica in città, (livello mai raggiunto neanche nei periodi più bui ed esasperati della prima repubblica) , sono le parole e le considerazioni di alcuni personaggi. Costoro, non contenti ormai  di attaccare, spesso ricorrendo a bugie e falsità ( vedi le fantasiose proiezioni sulle presenze turistiche ), l’attività amministrativa del Sindaco, non soddisfatti di criticare  il suo partito politico e la coalizione che lo sostiene, sono ora passati a denigrare tutto ciò  che rappresenta il suo retroterra culturale ( amici, gruppi, comunità ecc) fino ad arrivare a tirare in ballo i parenti e le persone a lui più care, dando così vita a vere e proprie forme di sciacallaggio politico.  Un trattamento non riservato a nessun sindaco e che non so se considerare derivante dalla inconsistenza politica  di questi personaggi, da una loro forma di frustrazione ideologica  o da un  istintiva e primordiale voglia di rivalsa .Certo che continuando su questo crinale  si va diffondendo  un clima”avvelenato” che preoccupa e che non  lascia presagire nulla di buono.

Voglio augurarmi che le tante persone corrette ed intellettualmente oneste di cui le forze di opposizione  dispongono in questa città sappiano prendere le debite distanze da questi comportamenti affinché il confronto e la critica politica, per quanto aspra e decisa, si mantenga entro i limiti di un confronto democratico che rispetti le persone e la loro storia., come è sempre stato nella tradizione della nostra città e come è stato sempre mio costume fare nei confronti di ogni avversario politico.

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