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A MODICA IL CONVEGNO “L’ANZIANO E PROSPETTIVE DI TUTELA NELLA SOCIETÀ DI OGGI”
08 Feb 2016 14:15
Modica. Si è tenuto sabato 6 febbraio presso l’Auditorium Antoniano il convegno dal titolo “L’anziano e prospettive di tutela nella società di oggi”, organizzato dalla Cooperativa Sociale “SoliMai”, finanziato dalla Fondazione Madre Teresa di Calcutta e dalla Caritas diocesana di Noto in collaborazione con il Comune di Modica per il patrocinio dei locali e con la Fondazione di Comunità Val di Noto.
Un’importante occasione per offrire, a chi opera quotidianamente con gli anziani, spunti di riflessione e strumenti operativi capaci di «porre al centro» la persona con le sue relazioni. “Il convegno – ha introdotto Giorgetta Gisana, assistente sociale e presidente della Cooperativa SoliMai – vuole essere per i partecipanti un’opportunità di riflessione per ricercare modelli nuovi che permettano il passaggio da un welfare tipicamente assistenziale a un welfare che sia in grado di rigenerare le risorse (già) disponibili, responsabilizzando le persone che ricevono aiuto, al fine di aumentare il rendimento degli interventi delle politiche sociali a beneficio dell’intera collettività”.
Rita Floridia, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Modica, ha sottolineato l’importanza di momenti come questo: “Come Ente Comune sento il dovere morale e istituzionale di sostenere azioni volte a valorizzare gli anziani, risorsa della società, e il loro tempo, nonostante i tagli importanti ai fondi destinati ai Servizi Sociali”.
Ha portato il suo saluto anche Don Umberto Bonincontro, vicario foraneo di Modica, facendo riferimento alla sua lunga esperienza come parroco di una parrocchia del centro storico: “In molti condomini del quartiere ci sono ottantenni e novantenni che sono ancora attivi, che custodiscono il sapere”. Grande, ha sottolineato padre Bonincontro, il valore che un anziano assume all’interno della famiglia: “Le sue risorse personali e relazionali sono preziose per le famiglie, specialmente in un periodo di crisi economica”.
Padre Nello Dell’Agli, psicoterapeuta e Docente di Psicologia presso la Facoltà Teologica di Sicilia, ha parlato della relazione con l’anziano, che ci stimola ad attivare tre canali: cognitivo, non verbale e dei vissuti emotivi: “E’ importante, nella relazione con l’anziano, attivare tutti e tre canali e esserci con una parola corporea in grado di rasserenare. Diventa fondamentale guardare non solo al relazionarsi dell’anziano con noi ma anche il nostro modo di relazionarci all’anziano, per fargli vivere con serenità la sua fragilità, le sfide che questa fase della vita pone: identificarsi con il corpo che cambia, accogliere la fragilità definendosi vulnerabili, fare i conti con i fantasmi arcaici dell’affidarsi a causa dei quali gli anziani diventano spesso tiranni e lamentosi, perché vivono ancora un desiderio e un tentativo di autonomia. Il nostro modo di relazionarci con loro potrà rassicurarli”.
A seguire, l’intervento di Giuseppina Lo Manto (medico Asp 4 di Enna, consacrata all’Ordo virginum) che ha evidenziato la differenza tra il significato di cura come terapia e cura come prendersi cura della persona: “Quest’ultima è una virtù, una relazione che porta l’io fuori da sé, attenzione all’ esistenza dell’altro e alla sua dignità”. Parlando poi di etica dell’assistenza ne ha delineato le fasi: attenzione attiva, cioè essere presenti e far capire all’altro che siamo là per lui; ascolto attento: creare cioè uno spazio in cui accogliere l’altro, condividere con l’altro il suo momento di vita; assumersi la responsabilità di dare risposta ai suoi bisogni.
Salvatore Poidomani, assistente sociale e vice presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali- Sicilia, ha incentrato il suo intervento sulla necessità di un’ effettiva riforma delle politiche sociali, come già sancito dalla Legge 328 del 2000, che però non ha portato a cambiamenti sostanziali nelle pratiche. “Data la complessità delle situazioni e la multifattorialità dei problemi, sarebbe auspicabile una concreta e vera multidisciplinarietà degli interventi – ha detto Poidomani – creando servizi rivolti alle persone, non a categorie di utenti, promozione attiva, reinserimento sociale, rispetto dell’autodeterminazione, coinvolgimento personale del professionista, valorizzazione di una cittadinanza attiva e solidale”
Don Gianni Donzello, vice presidente della Fondazione Madre Teresa, parlando della sua esperienza di sacerdote giovane che si confronta con quelli più anziani, ha riconosciuto in loro la lungimiranza, la pienezza dell’esperienza che li porta a saper discernere la “scoria”dalla “farina”, a stare nel presente con tutta la saggezza della vita. “E’ importantissimo riunirsi attorno alle persone anziane, farsi prossimi, accoglierne i racconti, le fiabe, la trasmissione del patrimonio esperienziale e spirituale, unica garanzia perché per esse la vita possa continuare”.
Nel suo intervento, Don Paolo Catinello, assistente della Caritas diocesana di Noto, ha citato due grandi riferimenti, il direttore di Caritas Ambrosiana Roberto Davanzo e don Tonino Bello: “Davanzo denuncia le due ferite del volontariato: la deriva individualistica e l’uso del tempo. La prima si riferisce all’identità del cristiano. La relazione con l’anziano rivela l’identità della persona: chi sono? In cosa credo? La seconda cosa per cui soffre oggi il volontariato è l’uso del tempo: si corre, si comunica, si accorciano le distanze..ma le distanze della relazione si sono allungate”.
Citando invece don Tonino Bello, ha parlato di un volontariato che crei mentalità e relazioni di fraternità tra le persone, incentrate sull’amore gratuito: “Nei confronti dell’anziano siamo chiamati a fare un servizio che non gratifica a livello d’immagine ma nutre il cuore”.
Al termine del convegno le domande del pubblico hanno messo in luce lo spessore delle riflessioni emerse dagli interventi dei relatori, rispetto soprattutto al ruolo e all’identità del volontario e ai confini del suo contesto d’azione perché egli non sia sfruttato dal pubblico.
Si è infine manifestata la speranza che la Cooperativa SoliMai possa mettersi al fianco degli anziani per aiutarli ad affermare i propri bisogni, i propri diritti anche in termini di giustizia, di corretta assistenza e riconoscimento giuridico e previdenziale.
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