TEST PER LA DIAGNOSI PRECOCE DELLA CELIACHIA

Uno studio italiano rivela che, con una semplice analisi del sangue, è possibile prevedere l’insorgenza della celiachia (nei soggetti geneticamente predisposti)  anche fino a dieci anni prima del suo esordio e della positivizzazione, con un larghissimo anticipo quindi rispetto ai tests diagnostici convenzionali.

La celiachia è una malattia molto frequente: colpisce 1 persona su 150 circa  in Nord America ed Europa. Secondo la AIC (Associazione Italiana Celiachia) in Italia l’incremento annuo è del 19% e l’incidenza è alta: i celiaci sarebbero più di 600mila, ma si stima che si riesce a diagnosticare la malattia solo in un caso su sette.

La celiachia è una patologia la cui insorgenza è da imputarsi ad alcuni geni (a predisposizione genetica): le persone che possiedono questi geni non necessariamente si ammalano, ma presentano un rischio maggiore di contrarre la malattia. È una malattia infiammatoria cronica dell’intestino tenue da intolleranza al glutine, cioè a quella particolare lipoproteina presente nei cereali (frumento, avena, farro, kamut, orzo, segale). Può colpire qualsiasi fascia d’età: nel bambino si presenta più comunemente con sintomi intestinali classici (diarrea, dolore addominale ecc.) e ritardo della crescita; nell’adulto si può presentare anche con sintomi extraintestinali (ad es. anemia).

Il nuovo test è stato messo a punto dai ricercatori dell’Università di Verona, giudati dal prof  Lunardi e dalla d.ssa Zanoni, in collaborazione con l’Istituto Gaslini di Genova. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista  Immunologic Research (“A subset of anti-rotavirus antibodies directed against the viral protein VP7 predicts the onset of celiac disease and induces typical features of the disease in the intestinal epithelial cell line T84”).

In pratica i ricercatori sono riusciti a dimostrare che esiste una relazione tra l’insorgenza della celiachia e gli anticorpi diretti contro la proteina Vp7 del Rotavirus (piccoli virus ricoperti da un involucro detto capside in cui è presente la proteina VP7).

Già qualche anno fa, all’Istituto Gaslini, si era scoperto che la celiachia può insorgere in seguito ad infezione da Rotavirus, un virus che provoca diarrea. Si era visto che i pazienti celiaci, ma non quelli sani, producevano anticorpi diretti contro una particolare proteina del virus detta Vp7.

I risultati del nuovo lavoro, miranti a verificare l’efficacia prognostica degli anticorpi anti-Vp7 e durato molti anni, derivano dallo studio di una casistica di oltre trecento bambini geneticamente predisposti a sviluppare la celiachia ed hanno rivelato come il 10% circa dei pazienti analizzati ha sviluppato la celiachia nelle visite di controllo. Dalle analisi del sangue si è visto che in questi bambini erano presenti gli anticorpi anti-Vp7, che comparivano anche dieci anni prima dell’insorgenza della malattia. Il dr Puccetti del Laboratorio di Immunologia Clinica e Sperimentale dell’Istituto Gaslini spiega: “Durante lo studio, solo i bambini che si ammalavano di celiachia presentavano anticorpi diretti contro la proteina Vp7 del Rotavirus. Abbiamo osservato che gli anticorpi anti-Vp7 comparivano diverso tempo prima dell’esordio della malattia, e prima degli anticorpi anti-transglutaminasi, che vengono oggi utilizzati per la diagnosi della celiachia. Abbiamo quindi messo a punto un test semplice e di facile esecuzione per prevedere l’insorgenza della malattia celiaca nei soggetti geneticamente predisposti”.

Lo sviluppo di questo test è particolarmente importante nei bambini  in età pediatrica poichè una diagnosi precoce è di fondamentale importanza per un ottimale sviluppo; infatti la celiachia è una malattia subdola, che può portare moltissimi danni nei periodi in cui l’organismo è in accrescimento. Si è constatato essere efficace anche in pazienti con sintomatologia atipica o silente.

Il direttore scientifico del Gaslini, il prof. Lorenzo Moretta spiega: “La diagnosi di celiachia oggi disponibile si basa sulla presenza nel sangue di particolari anticorpi diretti contro un enzima (Transglutaminasi) che agisce sul glutine, e su una biopsia eseguita con gastroscopia. Il nostro studio rappresenta quindi un importante passo avanti per una diagnosi precoce di celiachia e può essere particolarmente utile in caso di celiachia con sintomatologia atipica extraintestinale o nei casi di celiachia silente”.

“Il test realizzato al Gaslini si può eseguire con una semplice analisi del sangue, al momento è disponibile solo presso il nostro laboratorio di ricerca, ma potrebbe diventare in tempi brevi un kit diagnostico commerciale. Il test infatti è stato messo a punto in un formato che è facilmente adattabile anche a scopi commerciali”, conclude Puccetti.

 

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