Rimpasto giunta regionale siciliana: Abbate e il resto della Dc restano fuori

Il rimpasto della giunta regionale siciliana è ormai una tappa obbligata. A ribadirlo è il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che chiarisce come l’intervento sull’esecutivo sia necessario prima di tutto per ragioni strutturali. «Il rimpasto è obbligatorio innanzitutto perché devo riempire due caselle, è un atto dovuto», ha dichiarato, mettendo così fine alle indiscrezioni su possibili rinvii o ripensamenti.

Ma il tema centrale resta l’estromissione della Democrazia Cristiana dal governo regionale, una decisione assunta dopo l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il leader del partito, Totò Cuffaro, e i vertici della formazione politica. Su questo punto, Schifani è netto: «Ho adottato una scelta di fondo e nulla è cambiato rispetto a due mesi fa». E’ lecito dunque pensare che anche la possibile nomina di Ignazio Abbate è andata in fumo.

Il presidente della Regione rivendica la coerenza della propria linea politica, sottolineando come la decisione non sia frutto di valutazioni contingenti, ma di un principio preciso legato al rispetto delle regole e delle istituzioni. «Ho deciso di estromettere dal governo un partito che ha dimostrato, secondo le indagini, di seguire modelli gestionali non consoni ai miei punti di vista di trasparenza e legalità nelle istituzioni», ha aggiunto.

Parole che delineano con chiarezza la direzione intrapresa da Palazzo d’Orléans e che segnano una fase delicata per gli equilibri della maggioranza regionale. Il rimpasto, dunque, non si configura soltanto come una necessità tecnica, ma come un passaggio politico che riafferma la volontà del presidente di mantenere una linea rigorosa nella composizione dell’esecutivo.

In attesa di conoscere i nomi e i nuovi assetti della giunta, la posizione di Schifani appare chiara: nessun passo indietro sulle scelte già compiute e priorità assoluta a criteri di trasparenza, legalità e credibilità dell’azione di governo.

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