Dal sogno del lavoro alla prigione: migranti bangladesi torturati a Vittoria. VIDEO

Erano stati attirati in Italia con la promessa di un lavoro sicuro, ma invece il sogno si è trasformato in un incubo. Sequestro di persona, estorsioni e torture ai danni di migranti: sono queste le accuse a carico di tre cittadini bangladesi. Su delega della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile della Questura di Ragusa ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre cittadini bangladesi, gravemente indiziati di sequestro di persona aggravato a fini estorsivi e torture nei confronti di connazionali appena arrivati in Italia. Un quarto indagato risulta al momento irreperibile.

Secondo l’accusa, le vittime, appena giunte regolarmente sul territorio italiano tramite decreto flussi, sarebbero state attirate con l’inganno da parte degli indagati con la promessa di un lavoro sicuro, per poi essere condotte in un’abitazione isolata nella campagna vittoriese, trasformata in una vera e propria prigione. I due migranti sarebbero stati privati dei telefoni, separati e legati mani e piedi, e sottoposti a violente aggressioni con spranghe e tubi di metallo, oltre a tentativi di strangolamento, al fine di estorcere circa 20.000 euro ai familiari.

Le indagini hanno evidenziato la crudeltà dei responsabili, che hanno organizzato le violenze in modo che ciascuna vittima potesse udire le urla dell’altra e hanno contattato i familiari facendogli ascoltare il dolore dei propri cari per accelerare il pagamento. Il modus operandi risulta assimilabile a quello dei torturatori dei ghetti libici, dove migranti sequestrati subiscono violenze per estorcere denaro alle famiglie, ma in questo caso l’episodio si è consumato interamente in Italia, con un’abitazione isolata e funzionalmente predisposta allo scopo.

L’ordinanza del Gip di Catania è stata eseguita dalla Squadra Mobile di Ragusa, con tre arresti immediati. 

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