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Droga, minacce e risse in piazza: 5 arresti a Santa Croce Camerina dopo l’escalation di violenza tra due famiglie
05 Ago 2025 11:15
Una faida per droga, alimentata da minacce, intimidazioni e infine risse pubbliche, ha portato all’emissione di cinque misure cautelari a carico di tre italiani e due tunisini coinvolti in una spirale di violenza che ha scosso il centro di Santa Croce Camerina tra dicembre 2024 e marzo scorso.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo del capoluogo ibleo, ha preso avvio dalla denuncia di una famiglia tunisina residente da anni a Santa Croce, che si è vista minacciare per il presunto mancato pagamento di un debito di droga di alcune migliaia di euro contratto dal figlio maggiore. Le richieste, minacciose e reiterate, provenivano da una famiglia locale che pretendeva il saldo della somma con modalità sempre più aggressive.
Le indagini, rafforzate da intercettazioni e monitoraggi costanti, hanno documentato numerosi episodi intimidatori, culminati in due violente risse aggravate, l’ultima delle quali si è verificata in piazza Vittorio Emanuele II, cuore della città, lasciando a terra un giovane con gravi ferite da taglio.
Le misure cautelari emesse
E.A., 20enne camarinense, è finito agli arresti domiciliari con le accuse di spaccio, tentata estorsione e rissa aggravata. A.S., 25enne tunisino, è anch’egli ai domiciliari per lesioni aggravate, porto di oggetti atti ad offendere e partecipazione alle risse. A.A. e C.A., padre e figlio, camarinensi di 53 e 28 anni, sono stati raggiunti da un obbligo di firma e obbligo di dimora per il coinvolgimento nel tentativo di estorsione. R.S., 59enne tunisino, padre di uno degli arrestati, è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Santa Croce Camerina.
Nel corso dell’operazione sono state eseguite numerose perquisizioni personali e domiciliari, mentre altri tre soggetti sono stati denunciati per la loro partecipazione alle risse.
Le accuse al momento sono state condivise dal G.I.P., ma il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, e vale il principio di presunzione di innocenza per tutti gli indagati fino a sentenza definitiva
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